Legnano, aggressione con l'acido. Parla la vittima: "Una vita da incubo per colpa sua"

Lo sfogo di Giuseppe Morgante con gli inquirenti: "Mia madre e mio fratello la vedevano sempre intorno al condominio"

Sara Del Mastro 38 anni

Sara Del Mastro 38 anni

Legnano (Milano), 10 maggio 2019 - «Mi sta rendendo la vita impossibile, non posso andare da nessuna parte. Mi segue» aveva confidato Giuseppe. «Ho paura, non so più cosa fare» aveva proseguito. «Non posso andare neanche in palestra o al lavoro, mi segue sempre – aveva continuato –. Sarò costretto a denunciarla, anche se non vorrei. Mi sta rendendo la vita del tutto impossibile. Sto vivendo un incubo, ho il terrore di uscire di casa. Qualcuno mi aiuti, ho bisogno di supporto». È un’accorata richiesta d’aiuto quella che emerge dal racconto del 19 aprile ai carabinieri, quando si presenta per denunciare Sara Del Mastro.

Giuseppe Morgante, il trentenne ustionato al volto e a un occhio martedì sera a Legnano, aveva paura. Si era rivolto alle forze dell’ordine dopo quattro mesi di angherie. Frasi che comparivano sul telefono o sui social. A ogni ora del giorno e della notte. «Sei un uomo di m.... Ti ammazzo», è una delle frasi ripetute.

«C’eravamo conosciuti in una chat su Internet – racconta ancora il trentenne agli inquirenti – e dopo un breve scambio di messaggi abbiamo deciso d’incontrarci. Le avevo tranquillamente detto che vedevo e sentivo altre persone, le raccontavo queste cose perché ormai la sentivo come un’amica». Sara all’inizio sembra accettare questo nuovo status. In realtà sta montando dentro lei rabbia e sete di vendetta. Si sente “usata”. «Una sera mentre ero in hotel con un’altra ragazza – continua Giuseppe – ricevo una telefonata dalla reception, che mi dice che all’altro capo c’è una donna. Faccio per rispondere ma riattacca».

Quella telefonata sarà una dichiarazione di guerra. «Ho iniziato a ricevere messaggi di minacce sui social da profili falsi e centinaia di chiamate al giorno da numeri anonimi, dopo che aveva bloccato il suo numero di cellulare». Appostamenti, pedinamenti, le gomme delle auto tagliate, le minacce. La vita, da gennaio in poi (Giuseppe chiude la storia nel periodo di Natale), diventa un incubo. Esteso anche ai famigliari. «Mio fratello e mia madre la vedevano a ogni ora del giorno e della notte nei pressi del condominio». E nel mirino finiscono anche tre donne con cui Giuseppe – la “preda” esclusiva nel film morboso di Sara – aveva avuto delle relazioni: la ex fidanzata, quella attuale e un’altra con cui il ragazzo aveva stretto una semplice conoscenza, sempre via chat. Solo quest’ultima trova il coraggio di denunciarla per molestie telefoniche. Questa mattina, ci sarà l’interrogatorio in carcere.