Aggredì l'ex con l'acido a Legnano, chiesti solo cinque anni

L’avvocato di Giuseppe Morgante respinge la proposta di patteggiamento: "Quella donna è pericolosa". Raccolta fondi per aiutare il ragazzo a sostenere le spese mediche

Sara Del Mastro

Sara Del Mastro

Legnano (Milano), 5 novembre 2019 - «Non accetteremo mai un patteggiamento, una pena di soli cinque anni non renderebbe giustizia a Giuseppe Morgante. Oltre a creare un precedente inquietante». La posizione di Domenico Musicco, avvocato del trentenne legnanese che all’inizio di maggio era stato aggredito con l’acido dalla donna che aveva frequentato per qualche tempo e che non voleva più vedere, è di netto rifiuto della proposta di patteggiamento di una pena di cinque anni per Sara Del Mastro. Proposta che è stata confermata dalle due pm che rappresentano l’accusa in questo procedimento nei confronti della trentottenne. 

Il palazzo davanti a cui è avvenuta l'aggressione
Il palazzo davanti a cui è avvenuta l'aggressione

«Mi chiedo il motivo della disparità di trattamento fra uomo e donna - lamenta il legale -. Sembra davvero che, con una possibile condanna a soli cinque anni di chi ha aggredito Giuseppe, quando ad essere colpito è un uomo il reato sia ritenuto meno grave rispetto a un episodio analogo avvenuto nei confronti di una donna». Il riferimento è al caso di Gessica Notaro, il cui aggressore Edson Tavares è stato condannato a quindici anni e mezzo. «Chiedere una pena di cinque anni significa non tenere conto della gravità del fatto e della pericolosità del soggetto che l’ha commesso» sottolinea Musicco. 

Con un patteggiamento, a mancare sarebbero due elementi fondamentali: una perizia psichiatrica ad hoc nei confronti della responsabile dell’aggressione e la contestazione della premeditazione di quel gesto scellerato nei confronti di Morgante. Due elementi fondamentali, che potrebbero far pendere l’ago della bilancia tanto dalla parte di una pena più pesante quanto da quella di una condanna persino inferiore. Quest’ultimo caso si potrebbe verificare se a sussistere fosse proprio la semi infermità mentale. «Siamo disposti ad affrontare questo rischio, non vogliamo che tutto si decida con un patteggiamento che non tiene conto della gravità di quello che è successo» afferma l’avvocato. Che nei prossimi giorni dovrebbe incontrare il giudice per le udienze preliminari.

Intanto su internet, all’indirizzo www.gofundme.com/f/aiutiamogiuseppe, è possibile trovare la raccolta fondi per aiutare Giuseppe Morgante ad affrontare i prossimi interventi chirurgici. Il trentenne fino ad oggi ha percepito lo stipendio (ha un lavoro in un supermercato, ndr), ma entro breve potrebbe dovervi rinunciare a causa delle proprie condizioni di salute. È scattata quindi nei suoi confronti una gara di solidarietà per cercare di aiutarlo a sostenere le spese mediche.