Accordo su Cargo city Protestano gli ambientalisti

Malpensa, Comitati e associazioni delusi dall’accordo siglato in Regione "In vista un’azione irreversibile, la distruzione della brughiera"

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di Rosella Formenti

Comitati e associazioni ambientaliste bocciano il protocollo d’intesa sottoscritto dai sindaci del CUV con Sea e Regione sul Masterplan 2035, il documento che disegna l’espansione futura dell’aeroporto, in particolare quella di cargo city che si estenderà su ulteriori 44 ettari di brughiera. Alza la voce l’Associazione Viva via Gaggio che sul consumo di decine di ettari, che sarebbero da tutelare, per l’utilizzo dei quali Sea si è impegnata a restituire 30 ettari oggi entro il sedime, la cosiddetta supercompensazione, scrive: "Nulla può compensare questa perdita. Nessuna di quelle previste. Non solo si offre una quantità decisamente inferiore rispetto a quanto si perde, ma soprattutto se guardiamo alla qualità si sta barattando un’area preziosa e ricca di biodiversità. Ci spiace molto, ma crediamo che questo accordo rappresenti uno dei punti più bassi della storia di Malpensa, di sicuro c’è in vista un’azione irreversibile, la distruzione della brughiera. Per quanto ci riguarda la sottoscrizione di questo accordo di inaccettabile compromesso non segna la conclusione della nostra battaglia".

Anche Fai, Lipu, Legambiente e Wwf esprimono decisa contrarietà nei confronti dell’accordo che dà il via libera all’espansione di cargo city, le associazioni fanno rilevare che "la sottrazione di 44 ettari di brughiera di una delle aree più preziose del Parco dal punto di vista scientifico, biologico e paesaggistico ed una ipotetica compensazione con 30 ettari di aree contigue non è purtroppo minimamente compensativa di quanto si andrebbe a perdere con la realizzazione dell’ampliamento del cargo nella brughiera del Gaggio, l’equilibrio complessivo della zona verrebbe alterato e in futuro non sarà più possibile ricostruire una entità bioscientifica, naturale e paesaggistica così facilmente.

Preoccupa anche ciò che appunto paradossalmente viene presentato come compensazione: nuove strade e nuove infrastrutture in un territorio che certamente ha già dato molto e che graverebbe ulteriormente su un equilibrio fragile e talvolta complesso". Accordo bocciato anche da Dario Balotta, presidente di Onlit (osservatorio nazionale sulle liberalizzazioni delle infrastrutture e dei trasporti) che sottolinea: "Lo scambio di aree verdi per edificare 44 ettari di brughiera per cargo city in cambio di 30 ettari disboscati e attualmente inutilizzati dentro il sedime dello scalo non è proponibile, perché presuppone un consumo di suolo enorme: ben 14 ettari, senza alcuna garanzia di rinaturazione dei 30 ettari ancora inutilizzati". E rilancia la sua proposta già avanzata in passato per salvare la brughiera: ampliare il polo delle merci nell’area del Terminal 2, attualmente ancora chiuso.