Pronto soccorso chiuso di notte, picchetto al Cantù

Si inasprisce la protesta contro il ridimensionamento del reparto attuato dai vertici: una cinquantina fra sindacalisti e cittadini hanno occupato le sale e minacciato di restarci a oltranza

Protesta Usb all'ospedale Cantù di Abbiategrasso

Protesta Usb all'ospedale Cantù di Abbiategrasso

Abbiategrasso (Milano), 26 gennaio 2017 - Comitati dei cittadini e sindacalisti dell'Usb, l'Unione sindacale di base, non mollano. Le proteste in corso ormai da un mese, all'indomani della decisione diventata operativa il 13 dicembre di chiudere nelle ore notturne - dalle 8 di sera alle 8 del mattino - il pronto soccorso del "Costantino Cantù", questo pomeriggio si sono fatte ulteriormente pesanti, con un gruppo di sindacalisti e di dipendenti dell'Azienda sociosanitaria dell'Ovest Milanese (l'ex Azienda ospedaliera) che hanno dato vita a un vero e proprio picchetto all'interno del reparto d'Emergenza dell'ospedale, minacciando di restarci a oltranza se il direttore generale dell'Asst, Massimo Lombardo, non fosse venuto di persona ad ascoltare le loro richieste.

Richieste che alla fine si riassumono nel domandare l'assunzione di sei persone per permettere quindi la riapertura del pronto soccorso e, più in generale, potenziare il presidio ospedaliero cittadino. L'ennesima mobilitazione cominciata intorno alle sette di sera si è via via inasprita. Sul posto è arrivato anche il comandante dei carabinieri Antonio Bagarolo, che ha cercato di fare da "ponte" fra i vertici legnanesi dell'Asst e i protestatari. E più che Lombardo, alla fine per cercare di calmare gli animi sono arrivati i responsabili del "Cantù" e del pronto soccorso.

Il tutto si è ulteriormente complicato dopo le otto di sera. Quando il pronto soccorso, ufficialmente, doveva essere chiuso. Le trattative sono così proseguite a oltranza.