di Davide Gervasi

Legnano, 7 giugno 2013 - Quel bus chiamato desiderio. Lo vogliono in tanti. A dozzine. Manco fosse una star americana. È solo un pullman, e spesso anche bruttino, con una manutenzione carente e costretto (è successo anche questo) a soste forzate per avaria. Eppure, ogni mattina, c’è la ressa ad attenderlo e si assiste a scene a mo’ assalti alla diligenza pur di non perderlo. Ma intendiamoci: è tanto desiderato non perché suscita chissà quale emozione salirci sopra, ma per il solo motivo che per chi è costretto per lavoro o studio a utilizare il servizio di trasporto su gomma, non vi è alcuna alternativa. E come si conviene ad ogni desiderio, anche questo può capitare che ti passi davanti agli occhi senza che tu riesca a prenderlo. Neppure al volo. A volte, infatti, non si ferma neppure. Si fa desirare per poi lasciarti impietrito. Sbalordito. Stralunato. E soprattutto tanto arrabbiato.

Era quindi inevitabile che, prima o poi, per quel desiderio che si trasforma in illusione, la pazienza esplodesse in rabbia. È successo l’altra mattina alle fermate tra il vecchio ospedale e viale Cadorna. Sul Milano della Movibus linea Z602 si è rasentato lo scontro fisico con l’autista. E gli utenti hanno davvero vissuto momenti di tensione, con i nervi a fior di pelle. «Il problema è sempre lo stesso — spiega Marco Colombo, uno dei pendolari che da anni si batte per cercare una soluzione dettata dal buon senso —: una volta esauriti i posti a sedere sull’autobus, si è costretti a restare giù. Un film, questo, che si ripete ogni mattina e alle stesse ore, tra le 6.30 e le 8. Sempre il solito copione, fatto di disagi, attese e sovraffollamenti».

E purtroppo l’annoso problema sta diventando sempre più insostenibile di fronte a un nuovo aumento demografico della popolazione dei pendolari locali alle prese con il costo della benzina e i divieti di circolazione introdotti oramai da tempo a Milano. «Siamo tanti e sempre di più — aggiunge lo stesso Colombo — ma i mezzi sono sempre troppo pochi. E’ aumentata la mole di persone che da Legnano prendono l’autobus per andare a Milano e ogni mattina è quindi un supplizio: se non c’è posto a sedere gli autisti non si fermano neppure e a noi non resta che attendere la corsa successiva, nella speranza che vada meglio».

Sotto accusa, per gli habitué della Movibus, ci sarebbe insomma la dirigenza, chiamata a vagliare contromisure risolutive e riuscire a gestire al meglio questo servizio di pubblica utilità. «Non siamo certi indifferenti di fronte alle segnalazioni di disagio dei nostri utenti — replica Erasmo Taormina, responsabile dell’Ufficio rete Movibus — e nei limiti del possibile cerchiamo sempre di porvi rimedio. Di sicuro la gente che sceglie il servizio di trasporto che offriamo è aumentata e questo significa comunque che stiamo facendo bene. Tuttavia, è nostra ferma intenzione migliorarci sempre di più, anche se va ribadito che sulla linea in questione abbiamo già introdotte nuove corse e l’attesa tra un pullman e un altro è di pochi secondi o minuti. In un periodo difficile e di razionalizzazione delle spese per chiunque, inoltre, anche noi dobbiamo far fronte alle risorse economiche di cui disponiamo. Tuttavia possiamo garantire che stiamo predisponendo ulteriori soluzioni per rispondere a tutte le richieste dei nostri clienti». «Sono sempre le solite parole - risponde Annaclaudia Molteni, anche lei pendolare Movibus - ma poi non si risolve mai nulla».