Legnano, 12 giugno 2011- NELLA vicenda dell’ex presidente dell’Asl Milano 1 Pietrogino Pezzano in odore
di ’ndrangheta e per questo costretto alle dimissioni, fatto che ha ricevuto il suo epilogo l’altroieri con la nomina di Scivoletto, c’è un aspetto che colpisce. E non è tanto la difesa d’ufficio scontata di Pezzano da parte del Pdl, da Formigoni in giù, sulla base del diritto alla presunzione d’innocenza.

 A colpire è piuttosto che la Lega abbia sposato la stessa linea di condotta senza praticamente sollevare mezzo sopracciglio. Lasciando così che la battaglia morale nei confronti di un uomo con qualche ombra collocato ai vertici di un’Asl delicatissima fosse condotta dai soli Pd e Idv. Vent’anni fa non sarebbe successo. I lumbard degli anni
’80 e ’90 fecero le loro fortune elettorali scagliandosi contro Dc e Psi dell’epoca in nome di un modo nuovo e vicino alla gente di fare politica.

 La Lega Nord, insomma, da un po’ di tempo a questa parte dà come l’idea di avere chiuso nel cassetto questo suo sacro principio di diversità da modi e stili tipici della Prima Repubblica nei confronti dei quali aveva lanciato i suoi strali e di avere adottato bizantinismi mediterranei e accortezze da navigati democristiani...


È solo un’impressione? O le batoste prese a Milano, Novara e non solo danno concretezza a queste sensazioni?