Legnano, 18 gennaio 2011- Sergio Breda è un soggetto singolare. Gli scrivi una mail in italiano e ti rispone in latino. Il preside umanista, dal 1° settembre, governa le sorti dell’Istituto superiore “Carlo Dell’Acqua”. Il preside che ama i classici è tuttavia anche un profondo conoscitore dell’istruzione tecnica: basti ricordare che era stato inserito (dall’Ufficio Scolastico Regionale) nel gruppo di “saggi” che hanno studiato a fondo la Riforma Gelmini, e le sue applicazioni sul versante della formazione tecnica.

Ora il professor Breda (subentrato a Elena Falco) traccia un primo bilancio dei primi mesi al plesso di via Calini, una scuola che assomma ben 1400 allievi fra corsi diurni e serali (questi ultimi frequentati da circa 300 studenti). Quello in corso è un anno scolastico di rilievo, si sa: «Le classi prime sono infatti “modellate” sulla Riforma Gelmini, che vede parificato il monteore per tutte le classi fino alla quarta (32 ore settimanali), mentre la quinta segue ancora il vecchio orario con un numero maggiore di ore. Ma a livello di contenuti, la Riforma alle nostre prime non apporta grandi novità, in quanto già era entrata “gradualmente” negli anni passati con le “unità di apprendimento”, o l’alternanza scuola-lavoro».

C'è comunque del nuovo in una classe prima. La scuola è stata fra quelle selezionate in Lombardia, insieme a istituti di altri cinque Paesi europei, per partecipare al progetto “Netbook Education”, promosso da European Schoolnet in collaborazione con Acer, leader in campo tecnologico».

«Il progetto mira a valutare quanto l’introduzione dei netbook (pc portatili di ridotte dimensioni, ndr) possa modificare l’insegnamento e l’apprendimento - spiega la professoressa d’informatica Barbara Nebuloni -. Ecco perché, con la consegna dei netbook ai 21 studenti della classe 1° Acat (Costruzione, ambiente e territorio) alla presenza delle loro famiglie e dei professori, abbiamo iniziato un nuovo modo di fare scuola, che ha come obiettivo principale quello di diffondere la cultura dell’uso corretto delle nuove tecnologie, e contemporaneamente stimolare l’apprendimento e agevolare la fruizione dei contenuti al di fuori del contesto scolastico, utilizzando risorse quali Google apps e socialnetwork».

Di fatto i ragazzi imparano tutte le materie attraverso i netbook. I libri sono ridottissimi, la quota dell’iscrizione non viene toccata e le famiglie non hanno costi aggiuntivi. «Lo stesso gruppo di allievi è stato l’unico scelto in Italia per partecipare ad un progetto internazionale - concludono Breda e Nebuloni -, che vede coinvolte 12 classi per la sperimentazione di una nuova strumentazione che trasformerà i loro netbook in un sofisticato laboratorio per rilevazioni e misurazioni scientifiche. Le professoresse Adriana Gallo (inglese) e Antonella Genoni (matematica) si trovano attualmente a Bruxelles per un corso di aggiornamento totalmente finanziato».