Canegrate, 7 dicembre 2010- La corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna del marocchino che il 21 agosto del 2008 provocò in via Veneto a Lonate Pozzolo un terribile incidente nel quale persero la vita Isidoro Pizzo, 30enne di Legnano e Carmine Ciliberti di 37 anni, residente a Canegrate. Entrambi erano alla guida delle loro rispettive moto quando, uno dopo l’altro e nonostante il disperato tentativo di frenare, si schiantarono contro una Peugeot 307 che viaggiava nella direzione opposta. L’auto era condotta appunto da T.L, 34 anni e di origine marocchina, che, senza azionare la freccia e senza fermarsi in prossimità della mezzeria per concedere la precedenza, svoltò a sinistra con l’intento di immettersi in un distributore di benzina, mentre dalla carreggiata opposta sopraggiungevano i due centauri. Vani i tentativi di frenare. L’impatto fu terribile: «Isidoro Pizzo cadde violentemente sull’alsfalto dopo un volo di dieci metri - si legge negli atti processuali - mentre Carmine Ciliberto fu proiettato in avanti orizzontalmente, rovinando all’interno dell’abitacolo dell’autovettura attraverso il parabrezza».

Dopo aver vagliato i rilievi effettuati dalla Polizia locale, visionato le registrazioni delle telecamere installate all’interno del benzinaio e aver ascoltato i testimoni, il giudice, in primo grado, giunse alla conclusione che la responsabilità dell’incidente fosse totalmente a carico dell’automobilista. La difesa era però ricorsa in
appello, chiedendo il concorso di colpa, in quanto i due motociclisti stavano viaggiando ad una velocità stimata in 100 chilometri orari, superando quindi i limiti, fissati su quella strada in 90. La Corte d’Appello ha però ora confermato che la responsabilità del terribile schianto «sia da addebitabile solo all’automobilista, dal momento - si legge nella sentenza - che la violazione molto contenuta di 10 chilometri orari non può essere considerata una concausa. L’incidente infatti sarebbe avvenuto anche se le moto avessero rispettato quel limite. La manovra compiuta dall’automobilista aveva frapposto improvvisamente, e senza azionare il dispositivo di segnalazione del cambio di direzione, un ostacolo imprevisto sulla loro direttrice di marcia. Inoltre le due moto non si sono urtate tra loro ma hanno colpito unicamente l’auto».

In altre parole, il giudice ha respinto l’istanza della difesa di un concorso di colpa per quanto di terribile successe quel pomeriggio d’estate di due anni fa. L’unico colpevole è l’automobilista che è stato così condannato a due anni di reclusione (pena sospesa dalla condizionale) nonchè al pagamento dei danni alla parte civile e delle spese processuali. «Purtroppo nessuno ci riporterà in vita Isidoro e Carmine, ma giustizia è stata fatta - hanno commentato i parenti delle due vittime - Un ringraziamento va anche al lavoro del nostro avvocato Arturo Volpe di Legnano e a quello della magistratura».