Abbiategrasso, 22 luglio 2010 - Bufera nella Lega Nord. Il capogruppo del Carroccio, Marco Tagliabue, invita l’assessore alla Sicurezza Nicola Ninno, anche lui leghista, a lasciare la Giunta: «Non è in grado di svolgere il suo compito. Perciò si dimetta». All’origine dell’esternazione di Tagliabue vi sono mesi di continue incomprensioni, dissidi, diversità di vedute in merito alla gestione della sicurezza in città. Il controllo del territorio e la lotta contro coloro che mettono a repentaglio la sicurezza degli abbiatensi erano il principale cavallo di battaglia della Lega nell’ultima campagna elettorale.

 

Non per niente, una volta conquistato il governo della città, il Carroccio aveva chiesto e ottenuto l’assessorato alla Sicurezza: un uomo della Lega alla guida della Polizia locale sarebbe stata una garanzia. «Invece - spiega Tagliabue - l’assessore Ninno ha disatteso il mandato che la Lega gli aveva affidato. In campagna elettorale avevamo promesso agli abbiatensi di togliere dalle piazze, dal mercato e dai parchi tutte le persone che infastidiscono soprattutto gli anziani e le donne, ossie la gente più indifesa. Invece il problema non è stato ancora risolto, nè sembra che lo si voglia risolvere. L’assessore si è giustificato sostenendo che a sua disposizione ci sono pochi agenti. Forse non si è accorto che nel frattempo gli organici della Polizia municipale sono stati potenziati. Ora al comando di piazza Veneto lavorano 32 agenti, comandante compreso. Prima erano solo 26».

 

Nè è un problema di risorse economiche, secondo Tagliabue: «I fondi a disposizione della Polizia locale non sono mai mancati. Perciò vorrei che l’assessore spiegasse alla Lega e a tutti gli abbiatensi perché certi servizi non vengono svolti. Non metto sotto accusa tutto il lavoro svolto da Ninno. Nella lotta ai nomadi, per esempio, i risultati ci sono stati. Ma la questione sicurezza non è stata affrontata nel modo dovuto». La situazione è precipitata quando la Polizia locale non ha predisposto i servizi di controllo alla Festa di San Pietro, a giugno, e alla Cuccagna sul Naviglio di Castelletto. «Sono solo gli ultimi due casi - dice Tagliabue -. L’assessore giustifichi queste scelte oppure si assuma le sue responsabilità e si dimetta».