Cisliano, 2 luglio 2010 - Il nome è altamente evocativo e promettente: un bar-ristorante-pizzeria che si chiama “La Masseria” non può offrire che ambienti puliti e accoglienti, cortesia e un cibo di qualità. E in effetti sono state moltissime le famiglie, le compagnie di amici e i giovani sposi che per anni si sono seduti ai tavoli del ristorante che si affaccia sulla Milano-Baggio, in via per Cusago, lasciandosi ammaliare da un ambiente che non ha timori a sfoggiare il kitsch più spinto: grandi statue bianche di leoni lungo il viale d’ingresso, altre di condottieri romani, cavalli e tritoni barocchi vicino alla piscina e al giardino.
Ma chi avrebbe potuto immaginare che dietro quella facciata così pretenziosa, ma in fondo amena, si celasse il covo di un’associazione a delinquere di stampo mafioso? Quando ieri mattina alle 5.30 qualche cislianese ha alzato gli occhi al cielo per osservare un elicottero della polizia che girava in tondo sulla “Masseria”, sono affiorati i primi interrogativi. «All’inizio ho pensato a un incidente stradale - racconta un avventore del bar tabacchi che si affaccia sulla piazza centrale del paese -. Qualcuno aveva già visto le automobili dei carabinieri che pattugliavano la zona. Poi è arrivata la notizia degli arresti».
Sorpreso? «Non più di tanto. Da tempo circolavano voci sui proprietari di quel locale. Niente di concreto, ma il sospetto che l’attività di quelle persone fosse poco cristallina c’era, anche se al ristorante i clienti non mancavano. Io stesso una volta sono andato a mangiare una pizza. Ma quel locale non l’avrei consigliato a nessuno, tanto più dopo quel che è successo ieri».
Gli inquirenti considerano la tenuta della “Masseria” il quartier generale del clan dei Valle, una sorta di bunker sorvegliato da sistemi di sicurezza molto sofisticati, con telecamere, sensori e impianti di allarme per prevenire ogni intrusione. Qui venivano convocati e minacciati gli imprenditori che non riuscivano a restituire ai propri aguzzini i soldi che avevano ricevuto in prestito a tassi d’usura, anche del 20 per cento. Per i cislianesi il blitz delle forze dell’ordine ha solo tolto il velo a una verità che viene tenuta nascosta ma che tutti conoscono: la ’ndrangheta si è ormai radicata nel territorio da lungo tempo.
«Tutti qui hanno ancora bene impresso nella mente un fatto di sangue avvenuto negli anni Ottanta - racconta un cittadino -. Un dipendente del Comune era tornato al suo paese, in Calabria, per una breve vacanza e lì era stato ucciso. Quell’uomo era arrivato a stabilirsi qui a Cisliano con l’aiuto di persone che all’epoca erano proprietarie del ristorante, che poi è stato venduto ad altri«. Altro caso, la chiusura di un cantiere edile, avvenuto qualche mese fa, per riciclaggio di denaro sporco. «Temo - commenta un altro cittadino - che dietro i tanti cantieri edilizi che stanno sorgendo in paese vi sia la mano della malavita organizzata».
La famiglia Valle è originaria di Reggio Calabria ma si è trasferita in Lombardia negli anni ’70, quando è scoppiata la prima guerra tra i clan Condello e De Stefano. Prima nel Pavese poi sempre più nel cuore di Milano, la famiglia del capobastone Francesco Valle, 72 anni inizia a ramificarsi e a costruire un vero impero.
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