Legnano, 11 febbraio 2010 - «Voglio continuare ad insegnare, e lotterò per riuscirci, costi quel che costi». Quarant’anni di onorato servizio e, pochi giorni fa, una lettera consegnata dalla scuola che la invitava a dimettersi, con decorrenza primo settembre 2010, a seguito dell’entrata in vigore della direttiva numero 94 della legge 133 sugli esuberi. È la storia di A. M. M., docente dell’istituto tecnico Carlo Dell’Acqua. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno per la professoressa, che dopo un momento di sconforto e sbigottimento, ha scatenato in lei una grande determinazione.

 

«Ho sessantuno anni, sono trentacinque anni che insegno al Dell’Acqua, quarantaquattro che insegno in generale e quaranta sono gli anni di contributi che ho maturato. Io non voglio andarmene, amo troppo insegnare, amo i ragazzi e questo istituto che ormai è diventato la mia famiglia. Lotterò per rimanere, e fino alla fine non mi arrenderò». Ma il vero punto della faccenda non è la richiesta di dimissioni, ma la mancanza totale di chiarezza in merito alla direttiva, da parte delle dirigenze scolastiche in primis, che forse non hanno ricevuto delle istruzioni del tutto chiare in merito.

 

La direttiva 94, infatti, è stata portata a conoscenza dei docenti solo tramite una circolare, nella quale si chiedeva di segnalare al ministero se ci fossero dei docenti che avessero maturato gli anni di contributi necessari per andare in pensione. In tal caso, infatti, se i docenti segnalati facessero parte delle classi di insegnamento in cui sono certificati degli esuberi, dovrebbero abbandonare la cattedra. Nel caso specifico però A. M. M., senza aver avuto nessuna conferma del ministero in merito agli esuberi, si è vista consegnare una lettera, sulla quale veniva riportato “chiede le dimissioni dal servizio a decorrere”.

 

«Io devo chiedere le dimissioni? Non se ne parla neanche. Oltre al fatto che vengo cacciata dopo anni di totale dedizione al lavoro devo essere io a licenziarmi? Non ho mai fatto un’assenza, nemmeno quando sono rimasta incinta dei miei tre figli. Ho idea che la scuola non abbia del tutto capito come comportarsi in questa situazione e abbia deciso di risolvere il problema consegnandomi questa lettera. Senza dubbio da parte dello stesso ministero c’è poca chiarezza in merito, ma le cose è importante che prima vadano verificate».

 

E sul fatto che il ministero non sia stato del tutto chiaro nel divulgare informazioni alle scuole in merito alla direttiva numero 94 della legge 133 è stato confermato dallo stesso Ufficio scolastico provinciale di Milano, nella persona di Luca Volontè: «Molti professori hanno ricevuto lo stesso trattamento della docente, trattamento del tutto sbagliato. I professori che hanno i requisiti descritti nella normativa potranno ricevere, entro il 28 febbraio, la lettera di preavviso pensionamento. Ma ciò non comporterà il pensionamento sicuro. Infatti il ministero non ha ancora fatto la lista degli esuberi per classe di insegnamento, solo quando saranno divulgati questi dati, se i docenti avranno i requisiti della direttiva e faranno parte della classe in esubero, solo allora dovranno andare in pensione da settembre, altrimenti avranno tutto il diritto di continuare ad insegnare».