"Abbiamo fatto la nostra cima". Nuova impresa dei Ragni in Patagonia

I due alpinisti Schiera e Marazzi sulla montagna che ancora non ha un nome

Luca Schiera, 27 anni e Paolo Marazzi, 29

Luca Schiera, 27 anni e Paolo Marazzi, 29

Lecco, 15 gennaio 2019 - Detto, fatto: la Patagonia si conferma una grande terra di conquista per i Ragni di Lecco, anche a 45 anni di distanza dall’immensa impresa sul Cerro Torre. Luca Schiera e Paolo Marazzi hanno realizzato una nuova impresa nell’immenso spazio, praticamente inesplorato, del Campo de Hielo Norte nel sud della Patagonia, in territorio Cileno. Si tratta di uno dei ghiacciai più estesi al mondo, in una zona ancora alpinisticamente inesplorata dove i due erano a caccia di pareti e montagne inviolate.

«Abbiamo fatto la cima che volevamo», hanno scritto i due attraverso un messaggio inviato dal telefono satellitare che poi hanno spento immediatamente per rispamiare batteria. Per sapere qualcosa di più bisognerà aspettare il loro rientro verso la civiltà, anche se presumibilmente staranno già puntato il loro sguardo su qualche altra parete inviolata. «È abbastanza per farci tirare il fiato», commentano gli amici da Lecco. «Paolo Marazzi e Luca Schiera sono arrivati in vetta al loro sogno, perso nell’infinità del Campo de Hielo Patagónico Norte. Così perso che fino ad ora non era stato mai affrontato da nessun alpinista. E, a giudicare dalle immagini che avevamo della montagna, deve essere stato anche un bell’osso duro. Dopo questa salita e quella al Cerro Mariposa dello scorso anno, i nostri due giovinastri si stanno confermando due veri e propri “cani da tartufo” dell’avventura, in grado di scovare e agguantare vie e pareti splendide nei luoghi più remoti del mondo».

E in effetti Luca Schiera, 27 anni di Erba e Paolo Marazzi, 29 anni, guida alpina di Rovellasca, trapiantata a Bormio, hanno viaggiato verso l’ignoto per raggiungere la loro montagna. Dopo essere partiti o da un piccolo villaggio di pescatori chiamato Puerto Bertrand hanno percorso diversi chilometri a cavallo e a piedi. Con loro hanno portato anche gli inseparabili gommoni, utili per superare corsi d’acqua in piena e anche un lago.