Italia campione mondiale di parapendio: un successo nato sul Cornizzolo

La Nazionale guidata da uno 'Scurbatt' di Suello vince l’oro

La Nazionale azzurra campione del mondo di parapendio

La Nazionale azzurra campione del mondo di parapendio

Suello (Lecco), 22 agosto 2019 - Dal Cornizzolo alla vetta più alta. Gli atleti italiani della nazionale di parapendio hanno vinto i campionati mondiali che si sono svolti nei giorni scorsi a Krushevo in Macedonia e a guidarli c’era ancora una volta il ct Alberto Castagna, di Cologno Monzese, ma di casa sulla cima dell’Alta Brianza.

È infatti uno dei volti del parapendio club Scurbatt di Suello. «Una vittoria che vale quadruplo», scherza il ct. «Perché mentre gli atleti degli altri Paesi sono dei professionisti sponsorizzati che vivono di parapendio, in Italia siamo costretti a districarci ancora fra lavoro e famiglia», commenta. «A fare la differenza è la nostra immensa passione». Castagna da tanti anni è il punto di riferimento degli atleti della Nazionale di parapendio e spesso lo si incontra sui pendii del Cornizzolo. «È la nostra palestra». I campionati che si sono svolti dal 5 al 18 agosto su un altopiano a 1.300 metri di quota hanno incoronato Joachim Oberhauser, di Bolzano, nuovo campione del mondo e insieme a lui il team che ha vinto il titolo a squadre formato dalla milanese Silvia Buzzi Ferraris (anche lei “Scurbatt” per tanto tempo), Christian Biasi di Rovereto e Marco Busetta, catanese.

Il successo è arrivato dopo dieci task (manche) su percorsi a tempo dai 65 ai 130 chilometri contrassegnati da boe “virtuali” da inseguire con la traccia del gps. Una vittoria importante perché si celebravano i trent’anni del campionato di parapendio e così l’Italia ha potuto rendere omaggio alla storia di Carlo dalla Rosa che da outsider si aggiudicò proprio il primo mondiale. È di casa sulle cime lecchesi anche Silvia Buzzi Ferraris che ha imparato a volare all’Alpe Giumello, in Valsassina, alla scuola di Dante Porta. 52 anni, mamma di due gemelle, due anni fa vinse il bronzo ai mondiali e nell’ultimo campionato, nonostante una brutta ferita a una caviglia, ha voluto continuare le gare fino alla fine. «Siamo veramente soddisfatti, soprattutto perché per me si tratta comunque di un hobby. Insegno matematica e fisica e sono mamma di due figlie. Di fatto volo solo durante le gare, perché non ho molto tempo libero e non è facile confrontarsi con atlete professioniste come le francesi che volano per mestiere».