Un patto tra Italia e Guatemala. Così Samuele lascerà il carcere

Diplomazie al lavoro per tutelare il volontario lecchese di Daniele De Salvo

ANGOSCIA La sorte  di Samuele Corbetta  sta tenendo  in apprensione  i genitori, certi della sua innocenza L’ambasciatore italiano  in Guatemala  ha avuto assicurazioni  sul trattamento rispettoso  in carcere

ANGOSCIA La sorte di Samuele Corbetta sta tenendo in apprensione i genitori, certi della sua innocenza L’ambasciatore italiano in Guatemala ha avuto assicurazioni sul trattamento rispettoso in carcere

Lecco, 12 ottobre 2015 -  Samuele non è solo, lo Stato non lo ha dimenticato, alla Farnesina, dopo l’appello lanciato dai genitori dalle pagine del nostro giornale, stanno lavorando freneticamente per garantirne l’incolumità e riportarlo il prima possibile a casa. Lo assicura Fabrizio Pignatelli della Leonessa, l’ambasciatore italiano in Guatemala impegnato costantemente per risolvere il caso di Samuele Corbetta, il volontario di 34 anni di Sirtori condannato a otto anni di carcere al termine di un processo - che secondo i familiari sarebbe una farsa - per l’infamante reato di abusi su una minore, che già da quasi due anni e mezzo sta scontando la pena in una prigione dello stato centroamericano. Attualmente è detenuto in un carcere preventivo di massima sicurezza, il timore è che possa essere trasferito in un penitenziario comune, dove non sopravviverebbe a lungo.

«Dal nostro ministero degli Esteri hanno convocato a rapporto i rappresentanti guatemaltechi a Roma – spiega l’importante esponente diplomatico -. Sono state chieste rassicurazioni formali sul trattamento riservato al nostro concittadino a cui teniamo molto perché è un giovane eccezionale». Il caso è all’attenzione del ministro Paolo Gentiloni e dei sottosegretari. Lui stesso si sta impegnando in prima persona, è andato a trovarlo dietro le sbarre: «Sta bene, ha un carattere molto forte, si trova in un braccio speciale, dispone di una propria camera, lavora e insegna la nostra lingua agli altri». Ha parlato di recente con il viceministro degli Esteri del Guatemala e con il responsabile dell’amministrazione carceraria che hanno ribadito che da dove è adesso non verrà spostato.

Nonostante si attenda il pronunciamento dei magistrati della Suprema corte del posto, ai quali è stato depositato un ricorso contro il verdetto di colpevolezza, le speranze di un ribaltamento della sentenza sono poche, significherebbe tra l’altro ricominciare l’iter penale, i tempi si allungherebbero ulteriormente.

«La situazione politica in Guatemala in questo momento è complicata, con i nostri legali riteniamo che la strada migliore sia quella di ottenere il dimezzamento della condanna per buona condotta. Stiamo già lavorando per presentare l’istanza». Sono in corso però pure trattative per stipulare accordi bilaterali per lo «scambio» di detenuti, alcune bozze dei testi sono pronte, ma non è un’impresa semplice e nemmeno breve, probabilmente se e quando verranno ratificati potrebbe già essere tornato in Brianza da uomo libero. «Di certo non lo abbandoneremo. Per noi Samuele rappresenta una priorità».

di Daniele De Salvo