La prima versione originale de "I promessi sposi" di Manzoni donata al museo di Lecco

È la prima copia dell’edizione del '27 con dedica dell’autore

Il museo di Lecco

Il museo di Lecco

Lecco, 12 novembre 2022 - La prima versione originale de "I promessi sposi" con tanto di dedica de "l’autore", cioè Alessandro Manzoni. L’hanno regalata ai lecchesi tre fratelli. Si tratta di tre volumi stampati i primi due nel 1825, l’ultimo nel 1826. Costituiscono la versione Ventisettana dei Promessi sposi, cioè la prima assoluta pubblicata nel 1927, che precede la cosiddetta Quarantana definitiva, riveduta e corretta edita tra il 1840 e il ‘42, dopo che il Sommo è stato Firenze a "risciacquare i panni in Arno".

La prima tiratura donata ai lecchesi, stampata dall’editore Francesco Ferrario, è firmata in bella mostra sul frontespizio direttamente da don Lisander, non con nome e cognome, ma con una dedica vergata con pennino e inchiostro: "All’omaggio della signora Ernesta Legnani Bisi, l’autore". L’omaggio è, o meglio era, per Ernesta Legnani Bisi pittrice e incisore scomparsa nel 1859 all’età di 71 anni, un modo per ringraziarla di aver realizzato un ritratto di famiglia di Alessandro Manzoni, la mamma Giulia Beccaria e la sua prima moglie Enrichetta Blondel, un disegno conservato in Casa Manzoni a Milano diventato la copertina del libro di Natalia Ginzburg “La famiglia Manzoni“. Di generazione in generazione la Ventisettana, che si stima abbia un valore commerciale tra i 4 e i 5mila euro, è stata tramandata fino a Cecilia Ambrosini Barzanò, mancata purtroppo di recente, e quindi ai suoi tre figli Ugo, Alberto, Annalisa.

Proprio loro hanno deciso di regalare i tre volumi. "Nostra mamma era molto legata a Lecco dove abitava una partente – racconta Umberto Barzanò, docente universitario alla Cattolica di Milano, mentre Annalisa è musicologa e Ugo un ingegnere –. Lo siamo anche noi, perché per un breve periodo abbiamo abitato lì. Inoltre siamo amici di Barbara Cattaneo, la direttrice scientifica delle gallerie d’arte del Sistema museale lecchese, di cui fa parte anche Villa Manzoni". È la casa di famiglia dell’infanzia, l’adolescenza e la prima giovinezza di Alessandro Manzoni, ora trasformata in museo dedicato a lui e ai suoi Promessi sposi ambientati proprio a Lecco. "Avremmo potuto magari donare l’edizione a Milano, abbiamo però preferito Lecco", spiega Umberto.

"Siamo felicissimi, grati e onorati che abbiano scelto Lecco", commenta la vicesindaco e assessore alla Cultura di Lecco Simona Piazza. Noi ne siamo felicissimi è un’ottima opportunità per tutti i nostri visitatori. La direttrice di Villa Manzoni invece elogia "l’importanza assoluta, il pregio, la rarità e lo stato di conservazione, nonché la presenza della dedica" dell’opera ricevuta in dono.