Lecco, in quel viso d’uomo c’è la mano di Leonardo?

Il ritratto è spuntato da una raccolta di disegni riferibili a celebri opere del Genio

Collage leonardesco

Collage leonardesco

Lecco 18 dicembre 2019 - Non si spengono i riflettori su Leonardo, neppure allo scadere del cinquecentenario celebrativo. A Lecco, Palazzo Falk, domani, ore 17, si svela un inaspettato ritratto: Cristo o uomo? l’artista? Da tempo conservato in una raccolta di disegni “forse ottocenteschi”, derivati da celebri capolavori di Leonardo. Il privato collezionista che li possedeva, anonimo residente a Reggio Emilia, li ha ceduti alla coppia regnante sull’Alpe di Campione, o Grignetta, che sovrasta Lecco con un esclusivo profilo. Raffigurato da Leonardo nel Codice Atlantico, piuttosto che nel Codice Windsor e, si presume, sullo sfondo di celebri dipinti autografi. Quasi una favola.

La regale “investitura” della “montagna di Leonardo” è stata brevettata per madame Silvia Gallo Mazzoleni di Lecco dal professor Luca Tomio, storico dell’arte rinascimentale, interessato al paesaggio lombardo nei disegni vinciani. Il marito della “sovrana”, l’avvocato Massimo Mazzoleni, sindaco di Pasturo "in gioventù, tra 1995 e 1999", precisa che la smisurata proprietà dell’Alpe, 300 ettari comprese le vette, l’ha ereditata dalla propria famiglia. Che ne era entrata in possesso nell’Ottocento. Allora, per pagare le gabelle di guerra, il territorio era stato lottizzato tra i privati. Oggi, valorizzarlo diventa tanto più importante in una congiuntura economica segnata dalla deindustrializzazione. "Sulle tracce di Leonardo - continua - ho incominciato a muovermi dopo la lettura di una tesi/progetto di laurea presso il Politecnico di Milano, che prospettava la struttura di un rifugio anche museo. Con Christopher Heath Brown e Jean-Pierre Isbout, docente universitario e video-documentarista per National Geographic, stiamo preparando un libro e un film sui legami poco conosciuti tra il maestro da Vinci e il nostro territorio. La passione sviluppata da me e mia moglie ci ha spinto quindi a raccogliere libri storici e documenti accessibili sul mercato antiquario".

Per datare il disegno a sanguigna con il ritratto-immagine, abbiamo fatto eseguire diagnosi nel Centro Universitario della Bicocca (Milano), nel Monastero Benedettino di San Pietro di Sorres (nord-Sardegna) e altri laboratori di restauro di carte e pergamene a Monza e a Canzo. Conclusioni? La parola passa al leonardista Nicola Barbatelli: "Identificare una convincente e reale fisionomia di Leonardo è una spinosa questione, ad oggi risolta precariamente intorno al profilo attribuito a Melzi, alla cosiddetta Tavola Lucana e all’Autoritratto di Torino. E proprio per le evidenti analogie fisionomiche a tali documenti artistici, potremmo ipotizzare che questo ritratto domani presentato in anteprima costituisca un tassello nuovo e prezioso nel dibattito sulle fattezze del Vinci".