Botte fra due bande al Caleotto: di fronte africani e colombiani

Ne ha fatto le spese anche una guardia giurata di 47 anni che ha tentato di fare da paciere

Migration

Lecco -  Lecco città sempre più violenta. L’altra sera il centro è diventato terreno di scontro tra bande: da una parte giovani colombiani, dall’altra maghrebini. In mezzo gli incolpevoli cittadini esasperati e terrorizzati. Ne ha fatto le spese anche una guardia giurata di 47 anni che ha cercato di separare i contendenti, ma che è rimasto a terra e ha terminato la nottata in ospedale. Con lui sono stati soccorsi anche due fratelli di 26 e 24 anni. 

La calda serata di sangue è cominciata poco dopo le 21 nel piazzale del centro commerciale di largo Caleotto, dove i ragazzi di due gruppi di nazionalità diverse si sono scontrati a mani nude. Oltre a picchiarsi tra loro hanno devastato una Fiat Grand Punto e assalito un vigilantes 47enne "colpevole" di aver tentato di sedere la maxi rissa. Prima dell’intervento in forze a sirene spiegare degli agenti della Polizia locale e dei poliziotti della questura i giovanissimi in branco sono scappati per sciamare verso la stazione, dove si sono affrontati nuovamente.

Ad avere la peggio questa volta sono stati due fratelli di 24 e 26 anni. Nonostante inizialmente si sia temuto il peggio per il sangue lasciato sull’asfalto di largo Caleotto e sul porfido della piazza della stazione, nessuno è rimasto ferito in maniera grave. Per evitare altri disordini e scongiurare il rischio di ulteriori regolamenti di conti gli agenti della Polizia hanno continuato a presidiare la zona e il centro storico fino a tardi. E solo l’ultimo di una lunga serie di episodi analoghi: settimana scorsa sette ragazzi tra cui due adolescenti minorenni se le sono date di santa ragione in piazza Affari.

Il questore Alfredo D’Agostino al momento non vuole commentare quanto accaduto, alle parole preferisce i fatti: i suoi poliziotti sono al lavoro per identificare i coinvolti nella scazzottata di gruppo, proprio come accaduto per la rissa di piazza Affari, mentre la dinamica sembra ormai chiara. "Lo Stato c’è, i controlli ci sono e saranno ulteriormente implementati – aveva assicurato il prefetto Castrese De Rosa dopo quanto avvenuto proprio in piazza Affari -. Dobbiamo però essere tutti consapevoli che quello del disagio dei nostri ragazzi è solo a valle un problema di polizia, perché, prima di diventare un problema di sicurezza, è un problema sociale, educativo e familiare". E martedì sera se ne è avuta l’ennesima prova.