Finisce il turno e si schianta: muore a 26 anni dopo un frontale a Usmate

Abitava a Merate ma lavorava ad Arcore. Ha perso il controllo dell’auto scontrandosi con un altro mezzo

Jetmir Isufi, 26enne albanese È morto all’ospedale di Vimercate

Jetmir Isufi, 26enne albanese È morto all’ospedale di Vimercate

Merate (Lecco), 16 novembre 2019 - Stava tornando a casa da Arcore dove lavorava dopo aver terminando il turno di sera Jetmir Isufi, 26enne albanese che abitava a Merate. A casa a Merate però non è mai più arrivato, è morto poco dopo essere stato ricoverato d’urgenza all’ospedale di Vimercate dopo essere stato coinvolto in un incidente stradale: mentre al volante della sua Lancia Y stava percorrendo il peduncolo di uscita della tangenziale Est all’altezza di Usmate, nel tratto di Sp 41 che poi si innesta sulla ex 36, ha perso il controllo del mezzo e invaso la corsia opposta, piombando addosso ad un 21enne di Arcore al volante di una Wv Up.

Lo schianto è avvenuto intorno alle 22.30 di giovedì.- L’impatto è stato devastante. Sul posto, oltre ai sanitari del 118 e ai volontari del soccorso con tre ambulanza, sono intervenuti in forze anche i vigili del fuoco, che hanno dovuto estrarre dalle lamiere delle utilitarie accartocciate i due ragazzi. Le condizioni di Jetmir sono parse immediatamente critiche, perché versava in arresto cardiaco. Nonostante i tentativi di rianimarlo, la folle corsa a sirene spiegate al vicino nosocomio brianzolo e le immediate cure i medici che lo hanno preso in carico non hanno potuto altro che constatarne il decesso. Il 21enne di Arcore invece è stato trasferito al San Gerardo di Monza: è ricoverato in prognosi riservata ma dovrebbe cavarsela, nonostante le lesioni e i traumi che ha subito. Spetta ora ai carabinieri accertare l’esatta dinamica dello scontro letale e valutare le responsabilità, sebbene sembri sia stata proprio la vittima di 26 anni a provocare l’incidente in cui ha perso la vita, forse per una distrazione, oppure un colpo di sonno. Il giovane albanese risiedeva in un appartamento di un condominio di via Fratelli Cernuschi, insieme ai genitori e alla sorella con cui era riuscito a ricongiungersi nel 2006. «Era timido e riservato, lavorava tanto e gli piaceva ballare», lo ricordano alcuni amici.