Trovate le scatole nere del jet precipitato in quota

La verità sul disastro dell’M-346 caduto con i due piloti è più vicina. Eseguita l’autopsia sulla salma dell’ex istruttore della Raf Dave Ashley

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di Daniele De Salvo

La verità sul disastro aereo del Legnone è più vicina. Sono stati recuperati sia la scatola nera sia il modulo di memoria dell’M 346 che mercoledì della passata settimana è precipitato sulla montagna più alta della provincia di Lecco. I due dispositivi sono stati recuperati dai militari del Sagf, il Soccorso alpino della Guardia di finanza di Sondrio, insieme ai piloti della Sezione aerea della Finanza di Varese. Hanno impiegato tre giorni. "Tra il 22 ed il 25 marzo abbiamo effettuato una ricognizione sul luogo dell’incidente a seguito della quale, non con poche difficoltà, abbiamo localizzato e recuperato le scatole nere del velivolo, di fondamentale importanza per la ricostruzione della dinamica dell’incidente", spiegano i finanzieri del Safg di Sondrio.

"Sono stati recuperati due supporti contenenti i dati e le informazioni relative al volo – conferma anche il procuratore capo della Procura della Repubblica di Lecco Ezio Domenico Basso -. Sono stati posti sotto sequestro in attesa della lettura dei dati e della relativa analisi che verrà effettuata dal consulente aeronautico che è stato nominato". È stato infatti scelto un consulente tecnico d’ufficio dell’Aeronautica militare per affiancare gli investigatori. I dispositivi recuperati, che si trovavano tra i rottami in un canalone stretto e ripido sul versante nord della montagna, sono l’R.M.M., cioè il Remote memory module con i tracciati di rotta, altitudine e velocità del velivolo, e il C.S.M.U.A, il Crash survival memory unit assy, la cosiddetta scatola nera, con le registrazioni delle comunicazioni radio tra i due piloti che erano a bordo e gli operatori della torre di controllo dell’aeroporto di Venegono da cui erano partiti e di tutti i parametri dei sistemi avionici e meccanici dell’apparecchio.

Intanto ieri all’Istituto di Medicina legale di Milano l’anatomopatologo incaricato ha svolto l’esame autoptico sulla salma di Dave Ashley, l’ex istruttore 49enne della Raf morto dopo essersi eiettato dalla cabina del jet fuori controllo perché si è schiantato contro le rocce del Legnone, a differenza del top gun italiano di 53 anni Gianpaolo Goatti che invece si è miracolosamente salvato. Per il referto con gli esiti della necroscopia sono stati concessi 3 mesi di tempo. "La salma è stata messa a disposizione dei familiari per le esequie", spiega sempre il procuratore capo. Il feretro del pilota verrà quindi rimpatriato a Poole nel Dorset, dove la vittima abitava con la moglie Heather e i due giovani figli.