Traguardo in Giordania per il trio del deserto

Gianluigi, Fernando e Corrado sono uniti dalla passione per le ultramaratone

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di Daniele De Salvo

C’erano i quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo e ci sono i tre amici che corrono nel deserto. Sono Gianluigi Panzeri, meratese di 55 anni con casa a Medolago nelle Bergamasca, il suo coetaneo Fernando Mazzola di Lentate e Corrado Ratti, 57enne di Como. Non hanno la pretesa di cambiare il mondo, vogliono solo condividere la loro grande passione, quella delle ultramaratone estreme. L’ultima loro impresa è stata la Jordan running adventure race, 185 chilometri di corsa non stop in autosufficienza, immersi tra la sabbia e le rocce della Giordania, tra il capolavoro di Petra e il deserto di Wadi Rum, con 30 gradi di giorno e 7 di notte. Hanno fermato il cronometro sul tempo di 50 ore, 8 minuti e 16 secondi, che è valso il settimo post su 16 atleti in gara, perché solo in pochi al mondo osano affrontare una simile sfida. "Abbiamo dormito 4 ore in due notti, per il resto sempre in movimento – racconta Gianluigi, Gigi per tutti -. Ci siano dovuti orientare in autonomia con cartina e gps perché le piste non sono tracciate. Dall’organizzazione ci è stato messo a disposizione solo l’acqua per bere e i ripari dove buttarci a terra a riposare ai check point".

Tutto il resto se lo sono portati nello zaino: cambio, kit di pronto intervento e sopravvivenza, cerata in caso di pioggia e mantella antivento, cibo liofilizzato e poi pane e bresaola. I tre amici con le scarp de’ tenis sono dei veterani nel 2015 una ultrarail in Marocco di 250 km a tappe, nel 2013 100 km senza sosta in Tunisia, nel 2014 v180 km in Homan e nel 2017 250 km a tappe in Perù. In mezzo decine di maratone in montagna, su quelle lecchesi dove si allenano e che sono quasi la loro seconda casa, e sulle Alpi, in Italia e all’estero. "Abbiamo cominciato a correre insieme nel 2009 – spiega sempre Gigi -. Loro da ragazzi giocavano a calcio, io a basket. Ci ha uniti la corsa: prima qualche mezza maratona, poi le maratone, le corse in montagne, infine le ultrarail... non ci siamo più fermati". Gli incidenti di percorso non sono mancati, nemmeno durante i 185 km della Jordan running adventure race: "C’è sempre il momento di crisi in cui si esclama "Basta, mai più", oppure "Chi ce lo ha fatto fare", "Questa è l’ultima"...". Appena però si taglia il traguardo, non importa in che posizione, i tre cominciano subito a pensare alla prossima gara. Perché deserti, sabbia, montagne, chilometri, dislivelli, i cieli tersi incontaminati e soprattutto correre è ciò che li unisce.