Torre de' Busi, uccise la vicina di casa: pena ridotta in Appello

Da 24 anni a 22 per Roberto Guzzetti, dichiarato colpevole dell’omicidio di Maria Adeodata Losa

Roberto Guzzetti

Roberto Guzzetti

Lecco, 24 aprile 2019 - Da 24 a 22 anni di reclusione. La Corte d’Appello di Milano ieri ha ridotto la condanna a Roberto Guzzetti, dichiarato colpevole dell’omicidio di Maria Adeodata Losa. Per il sessantenne unico imputato, figlio di una coppia di anziani vicini di casa della vittima, la sentenza di secondo grado ha rasentato il minimo della pena prevista per l’omicidio. La donna di 87 anni, era stata raggiunta da dieci coltellate nel pomeriggio del 9 giugno 2016, nella sua abitazione in frazione Sogno di Torre de’ Busi, mentre la sorella allettata si trovava al piano superiore. Era stata ritrovata solo due giorni dopo dalla nipote, riversa in cucina e circondata di sangue. La sorella immobilizzata a letto senza cibo né acqua.

Guzzetti ha sempre negato di essere l’autore di quel delitto, nonostante fossero stati raccolti diversi di indizi a suo carico, che un mese dopo l’omicidio lo avevano condotto in carcere. I carabinieri avevano infatti trovato sul luogo dell’omicidio impronte digitali e palmari, a cui si erano aggiunte due intercettazioni ambientali registrate in carcere, in cui ammetterebbe di essere stato in quella casa, ma anche testimoni secondo i quali, nei giorni successivi, l’imputato avrebbe cercato di crearsi un alibi. Un anno fa, al termine del processo che si è svolto davanti alla Corte d’Assise di Como, Guzzetti era stato condannato a 24 anni di carcere, a fronte dell’ergastolo chiesto dal pubblico ministero di Lecco Paolo Del Grosso. Pena ora ridotta dai giudici milanesi: «Da una richiesta di massimo della pena siamo passati a quasi il minimo – commentano Patrizia e Marilena Guglielmana, avvocati di Guzzetti – Ci siamo dedicate a questo processo in modo massiccio, e siamo soddisfatte di questo risultato, ottenuto in dibattimento con un imputato dichiarato perfettamente capace di intendere. Ora leggeremo le motivazioni per valutare se ci sono gli estremi per un ulteriore ricorso in Cassazione»