Teva, a Montecitorio una proposta per salvare i posti di lavoro

Il deputato Fragomeli: "Valutare la riconversione per realizzare vaccini"

Vaccini al posto di farmaci da banco alla Teva di Bulciago per salvare fatturato e soprattutto posti di lavoro. A proporlo è il deputato lecchese dem Gian Mario Fragomeli con una interrogazione ai ministri del Lavoro Andrea Orlando e della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Nel documento depositato a Montecitorio il parlamentare denuncia che i vertici italiani del gruppo israeliano abbiamo deciso irrevocabilmente di chiudere lo stabilimento brianzolo, decretando il licenziamento dei 109 dipendenti, nonostante un utile netto da 29 milioni di euro e senza "valutare una possibile riconversione degli impianti che potrebbe passare dalla produzione di principi attivi per farmaci generici a quella di elementi chimici da utilizzare per la realizzazione dei vaccini anti-Covid". L’onorevole inoltre ricorda che la "Chimica", come viene chiamata la fabbrica impiantata negli anni ‘60, è ad elevato rischio di incidente e già in passato, con altri proprietari, è stata teatro di "una gravissima contaminazione del sottosuolo che e’ arrivata ad interessare anche la falda acquifera". Prima di discutere una eventuale serrata a suo avviso bisogna quindi concludere la bonifica da mezzo milione di euro all’anno in corso. "Anche se la società si è impegnata nell’attivazione della cassa integrazione e per eventuali ricollocazioni interne negli altri stabilimenti, è importante capire quali strumenti vogliano adottare i ministri al fine di salvaguardare i posti di lavoro", aggiunge Fragomeli. D.D.S.