Teleriscaldamento con il forno, il Circolo Ambiente dice no

Gli attivisti chiedono di spegnere subito almeno una linea dell’inceneritore: "Sistema obsoleto e inquinante"

Alla vigilia dell’inizio dei lavori per il teleriscaldamento a Lecco, Valmadrera e Malgrate, sfruttando anche i rifiuti bruciati nel termovalorizzatore della municipalizzata provinciale della spazzatura, dal Circolo Ambiente Ilaria Alpi ribadiscono il no al progetto ai blocchi di partenza.

Gli attivisti del Circolo chiedono anzi di spegnere subito almeno una linea del forno inceneritore che sarà completamente disattivato solo nel 2032. Per funzionare a pieno regime viene infatti alimentato con immondizia importata da fuori provincia. Delle 94mila tonnellate bruciate nell’impianto di Silea, meno della metà dei rifiuti urbani e speciali inceneriti è prodotta dai lecchesi.

"Chi si allaccerà rimarrà poi vincolato alla rete, mentre la priorità dovrebbe essere l’efficientemente energetico, la riduzione dei consumi di energia e l’utilizzo di fonti rinnovabili autoprodotte tramite il fotovoltaico e le pompe di calore", spiega Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente, rimasto fedele . Che aggiunge: "L’incenerimento è un sistema obsoleto e fortemente inquinante, che contribuisce al peggioramento della qualità dell’aria in uno dei territori tra i più inquinati d’Europa".

Da qui la rischiesta appunto di spegnere subito una linea dell’inceneritore per arrivare alla sua chiusura totale entro i prossimi 5 anni, grazie anche alla tariffazione puntuale della spazzatura che dovrebbe permettere di aumentare la raccolta differenziata e di produrre meno rifiuti non riciclabili.

D.D.S.