Lamiere e cannone sul Tanko: "Tutti a processo"

La Procura ricorre in Cassazione. I 46 indipendentisti rischiano fino a 15 anni, tra loro anche l'imprenditore lecchese Bernardelli

Il tanko

Il tanko

Lecco, 24 gennmaio 2019 - I 46 del "Tanko" devono essere processati. Ne è convinta la Procura di Rovigo, che ha deciso di ricorrere in Cassazione contro la sentenza del 14 luglio scorso con la quale il Gup del tribunale veneto aveva dichiarato il non luogo a procedere («perché il fatto non sussiste») nei confronti del gruppo di indipendentisti indagati per la costruzione di un finto carro armato con il quale avrebbero dovuto inscenare un qualche atto dimostrativo.

Nel ricordo il sostituto Carmelo Ruberto motiva la sua richiesta ravvisando la presenza di «un’aggregazione sovversiva denominata “Alleanza”» creata il 26 maggio 2012 a Erbusco, in provincia di Brescia, «diretta e idonea a sovvertire l’ordinamento politico, economico e giuridico dello Stato con atti di violenza». Tra questi atti di violenza c’era anche il progetto di occupare militarmente piazza San Marco, a Venezia «per costringere i legittimi poteri pubblici ad acconsentire all’indipendenza del Veneto e di altre regioni d’Italia». E per questo appunto, in un capannone di Casale di Scodosia, venne costruito il “Tanko”, «un mezzo rudimentale blindato con lamiere ed effettivamente armato con un cannone in grado di esplodere proiettili con un’ampia gittata». Secondo le prospettazioni dell’accusa, il “Tanko” venne consegnato il 9 giugno 2013 mentre il 4 gennaio dell’anno successivo, nel capannone del Comune del Padovano, «fu eseguita una duplice prova di sparo del cannone con pieno successo».

Tra i 46 indipendentisti che rischiano di finire a processo (pene fino a quindici anni) c’è anche l’imprenditore Roberto Bernardelli, 70 anni, casa nella Brianza lecchese, ex assessore ai Servizi sociali a Milano con Paolo Pillitteri, che secondo l’accusa aveva finanziato il progetto del “Tanko”.