Su due voli dalla Cina, quasi metà ha il virus "E una variante ignota cambierebbe tutto"

I risultati choc dei tamponi (a pagamento) di Santo Stefano, che hanno convinto il ministro Schillaci a renderli obbligatori

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MALPENSA

di Giulia Bonezzi

Sul charter della Neos Air atterrato da Pechino alla Malpensa alle 6.20 del 26 dicembre c’erano 92 passeggeri, e 35 erano positivi al coronavirus. Dall’Air China di linea quella sera, alle 18.55, sono sbarcati in 120, contagiati in sessantadue: il 52%, più di metà. "Se su due voli in 97 risultano positivi al tampone, è una fotografia parziale della situazione della Cina, le cui autorità non ci dicono nulla", osserva l’assessore lombardo al Welfare Guido Bertolaso a metà giornata, quando ha sentito già "due o tre volte" il ministro della Salute Orazio Schillaci che dopo un paio d’ore annuncerà d’aver "disposto, con ordinanza, tamponi antigenici Covid-19 obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia", e poi chiederà "all’Ue di fare lo stesso", anche perché sul nostro Paese sono pochi gli arrivi senza scali. Schillaci ha anticipato la decisione, senza aspettare i risultati, attesi oggi, del sequenziamento dei primi 210 tamponi molecolari effettuati alla Malpensa, "che ci diranno" se il virus rientra in "varianti già note, o note ma non studiate, o, peggio, qualche variante non conosciuta, che cambierebbe completamente lo scenario", ragiona Bertolaso. E spiega che l’operazione, finalizzata a "una raccolta di dati", è stata concordata col Ministero della Salute e la Farnesina "con l’ok del governatore Attilio Fontana", poiché "la vicenda Cina a livello internazionale ha destato la massima attenzione e qualche livello di preoccupazione". Il prossimo atterraggio diretto è in programma oggi, presumibilmente con un regime diverso da quello di Santo Stefano, quando il test non era obbligatorio e dunque, spiega il direttore del Welfare Giovanni Pavesi, è stato proposto a pagamento (90 euro, il prezzo di mercato) ai passeggeri. Quasi nessuno ha rifiutato, e i positivi sono stati messi in isolamento nei luoghi in cui erano diretti (valgono ancora i 5 giorni con tampone negativo o 14 senza, perché l’uscita dopo 5 giorni senza test, inserita nel decreto Rave, non sarà in vigore fino alla sua approvazione in Parlamento).

È stata avviata anche l’indagine epidemiologica per accertare contatti e stato vaccinale dei positivi, in parte di origine cinese e residenti in Italia ma in gran parte “cinesi di Cina”. Quasi l’80% ha tra i 16 e i 65 anni e nessuno manifestava sintomi evidenti. Tre su quattro dei passeggeri (151, di cui 73 positivi) erano diretti fuori Lombardia; 40, di cui 16 contagiati, tra Milano e Lodi; 8 di cui un positivo nella Bergamasca, sei (due positivi) in Brianza, 4 (due positivi) verso l’Ats Valpadana, due (un positivo) a Brescia, uno (positivo) a Pavia e due (un positivo) sono rimasti sotto l’Ats Insubria. La situazione Covid, rimarca l’assessore, "è sotto controllo in Italia" e soprattutto in Lombardia, che con poco meno di 15 mila casi nell’ultima settimana ha un’incidenza inferiore ai 203,8 per centomila abitanti del 22 dicembre, quando era già sotto la media italiana (233) anche per occupazione dei letti intensivi (1,9% contro il 3,1% nazionale) e non (12,2% contro il 13,7%); il merito, sottolinea, "è della vaccinazione massiva, che qui è stata tra le più alte al mondo".

E rimarca che è stata la Lombardia, "prima realtà territoriale a livello mondiale", a chiudere la porta al virus partendo col tampone volontario nel suo unico aeroporto con atterraggi diretti dalla Cina, che si accompagna al sequenziamento potenziato nei laboratori (la variante più diffusa tra i lombardi è ancora Omicron Ba.5, col 34,2%, tallonata da Omicron Bq.x al 31%, mentre la sottovariante Bf.x è al 16%). Una mossa sulla quale quantomeno non dissentono gli sfidanti alle regionali di febbraio: Pierfrancesco Majorino sollecitava il test obbligatorio in entrata dalla tarda mattinata, la centrista Letizia Moratti non fa in tempo ad associarsi che il ministro l’ha già disposto. "Ci siamo mossi tempestivamente già prima di Natale", rivendica il governatore ricandidato Attilio Fontana.