Stalking a moglie e alle due figlie Condannato a 4 anni e mezzo

Lecco, la difesa dell’imputato: "Il mio assistito è stato vittima di un complotto costruito ad arte"

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Un 50enne, ora residente in un paese del centro lago, è stato condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione per stalking nei confronti dell’ex moglie e delle due figlie. I fatti risalgono al 2015 e 2016, quando le tensioni nella coppia, all’epoca residente in Valsassina e molto conosciuta nel Lecchese, divennero frequenti. In più occasioni dovettero intervenire i carabinieri e gli agenti di Polizia. La coppia si è separata nel 2011, a pochi mesi dalla nascita della seconda figlia, e i rapporti tra il 50enne e l’ex si deteriorano e dall’amore si passò al rancore, con ripetuti episodi di atti persecutori. Durante il processo è emerso un rapporto carico di tensione che avrebbe avuto pesanti conseguenze anche sulle due bambine minorenni, che involontariamente hanno assistito ai litigi fra i genitori, con le forze dell’ordine intervenute in più occasioni, soprattutto nel passaggio dell’affidamento delle piccole fra i due genitori.

Fra gli episodi ricostruiti al processo spiccano i litigi in pubblico, alla presenza anche di parenti e amici, come accadde in occasione della Comunione della figlia maggiore, con insulti rivolti all’ex e ai suoi familiari durante la cerimonia. Poi i pedinamenti dell’ex e delle figlie davanti alla scuola che frequentava, coi responsabili citati a testimoniare e anche alcuni circoli velici che il 50enne frequentava a metà del decennio scorso. La madre dell’ex ha ricostruito i difficili rapporti familiari, sostenendo che "non sono mai stati idilliaci". La separazione ha deteriorato i rapporti e il 50enne sarebbe diventato più aggressivo, con continue minacce all’ex, che ha sporto denuncia e al processo si è costituita parte civile, assistita dall’avvocatessa Alessandra Carsana. E’ stata sentita in audizione protetta anche una figlia, che ha negato i maltrattamenti a lei. Invece il difensore del 50enne ha ribadito l’esasperazione a cui era stato portato l’imputato e sottolineato che "la denuncia e gli episodi sollevati sono un complotto nei suoi confronti". L’accusa - pm Mattia Mascaro - ha chiesto 8 mesi di reclusione, mentre il giudice Giulia Barazzetta ha inflitto 4 anni e 6 mesi. Angelo Panzeri