Staffetta antimafia: Lecco e Palermo unite

L’ulivo di via D’Amelio in città dopo un viaggio di 1.500 chilometri

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Da Palermo, dove il giudice Paolo Borsellino è stato ammazzato il 19 luglio 1992 all’età di 52 anni insieme a cinque genti della sua scorta dai mafiosi di Cosa nostra, fino a a Lecco, la provincia dove nel giro di 24 mesi sono state emesse più interdittive antimafia in Italia e dove sono state sequestrate più società a esponenti della ‘ndrangheta. Domani la Staffetta della legalità, partita lunedì dal capoluogo siciliano, approda a Lecco, al termine di un viaggio di oltre 1.500 chilometri attraverso tutta Italia, dopo essere passata anche da Reggio Calabria, la Basilicata, Roma e da Milano. Arriverà all’Istituto Maria Ausiliatrice, dove verrà piantata una potatura dell’ulivo che cresce in via Mariano D’Amelio, dove appunto il magistrato antimafia e i suoi "angeli" sono saltati in aria per una autobomba innescata sotto casa delle madre. La nuova pianta, nata utilizzando la tecnica della margotta, ieri è stata benedetta da papa Francesco al termine dell’udienza generale. L’ulivo verrà accolto da 800 studenti lecchesi e dai loro professori. Ci saranno anche il segretario generale della Fai Cisl Onofrio Rota, il responsabile della comunità pastorale Beata Vergine di Lourdes di Lecco don Walter Magnoni, la preside suor Francesca Robustelli, i rappresentanti istituzionali e Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo.

"La staffetta unisce simbolicamente Palermo, Milano e Lecco – spiegano dalla Fai Cisl -. In Via D’Amelio, a Palermo, luogo dell’attentato dove perse la vita il Giudice Borsellino insieme a cinque agenti della scorta, un anno dopo la strage venne piantato un ulivo proveniente da Betlemme. Ancora oggi quell’albero è un simbolo forte della giustizia e della lotta alle mafie. La nuova piantina è stata realizzata dagli operai agricoli e forestali dell’orto botanico di Palermo. La trasportano i camper della campagna "Tutele in movimento" per assistere i braccianti contro il caporalato". L’iniziativa si svolge nel trentesimo anniversario delle stragi sia di via D’Amelio, sia di Capaci del il 23 maggio 1992, costata la vita a Govanni Falcone, la moglie e tre poliziotti della scorta. Lecco, oltre che terra di mafia al nord, è anche e soprattutto luogo di lotta e contrasto alle mafie da parte di inquirenti, investigatori e servitori dello Stato nelle diverse istituzioni, come dimostrato dalle numerose inchieste, dagli arresti, dalle interdittive antimafia e dalle confische e sequestri dei beni dei mafiosi.

Daniele De Salvo