Il lockdown non ha fermato gli escursionisti: 2020 anno record per il Soccorso alpino

Nell’anno del covid e delle piste da sci chiuse interventi aumentati del 25%: "Numeri che fanno riflettere"

Soccorritori in Grignetta

Soccorritori in Grignetta

Lecco - Il 2020 è stato un anno da record per il Soccorso alpino della XIX Delegazione Lariana. Nonostante il lockdown gli uomini delle stazioni di Dongo, Lario occidentale e Ceresio, Lecco, Pavia e Oltrepò, Triangolo lariano e Valsassina e Valvarrone che costituiscono appunto la XIX Lariana - che è una delle principali non solo in Lombardia - hanno effettuato 416 interventi, che sono 81 e il 25% in più di quelli del 2019, quando nessuno è dovuto rimanere tappato in casa né non ha potuto varcare i confini del proprio paese a causa della pandemia da Covid. "Numeri molto alti che fanno riflettere", commenta il delegato Marco Anemoli, non solo per la prolungata serrata da coronavirus durante la quale nessuno avrebbe dovuto né potuto avventurarsi in montagna, ma anche perché tutte le piste di sci sono rimaste chiuse.

I soccorritori l’anno scorso hanno soccorso 434 persone in tutto: ne hanno recuperate 183 illese, 197 ferite ma non in maniera gravi, 19 ferite invece in modo grave e purtroppo 31 morte. Mancano inoltre all’appello 4 dispersi che non sono stati più ritrovati. Per 243 volte è stato necessario mobilitare i piloti e i tecnici dell’eliambulanza, decollati soprattutto dalla base di Villa Guardia di Como, mentre per 31 missioni si sono levati in volo i sanitari dell’eliambulanza di Bergamo, in 26 di Milano e 2 da Brescia. Cinque volte sono letteralmente volati in soccorso anche i vigili del fuoco dell’Elinucleo di Malpensa e una volta i militari della sezione area di Venegono Inferiore.

Complessivamente sono stati impiegati 1.874 soccorritori per un totale di 10.173 ore, che è come se avessero quindi lavorato in tutto più di 423 giorni o 14 mesi. Il 31% degli interventi sono stati effettuati per assistere e recuperare escursionisti caduti, il 14% che si sono persi e il 12% che sono stati colti da malore in quota o in ambiente definito impervio. Anche a livello nazionale le missioni dei tecnici di tutto il Corpo nazionale del soccorso alpino e nazionale sono in crescita: nel 2020 sono state 10.279 rispetto alle 10.234 del 2019 e alle 9.554 del 2018. Le persone soccorse sono state 9.824 di cui 3.635 illese, 4.093 ferite non gravi, 1.313 ferite gravi, 228 ferite in imminente pericolo di vita, 465 decedute, mentre risultano ancora 90 dispersi.

"L’attività del Soccorso alpino e speleologico è stata particolarmente intensa durante la scorsa estate – commenta il presidente del Cnsas -. Nonostante i lockdown non ci siamo fermati nella preparazione e l’addestramento, sin dalla primavera, consapevoli che saremmo stati chiamati ad un impegno corposo nei mesi successivi. Ci siamo messi anche a disposizione delle strutture di Protezione civile, durante l’emergenza, e nel contempo abbiamo studiato nuovi e efficaci protocolli d’intervento in chiave di contenimento del rischio biologico, per garantire la sicurezza delle persone soccorse e limitare i contagi fra i nostri operatori".