Sci, la stangata dei rincari in Lombardia. "Con gli aumenti in vista sarà insostenibile"

Ai Piani di Bobbio prevedono una bolletta da due milioni di euro. Lo skipass rischia di lievitare del 25%: in quanti potranno permetterselo?

Dopo lo stop per la pandemia, una stagione intera senza nevicate, la siccità che ha svuotato gli invasi di accumulo e ora il costo dell’energia salito alle stelle, lo sci rischia di diventare un sport sempre più d’élite. Quanti potranno permettersi un giornaliero ai Piani di Bobbio, località sciistica delle Prealpi lecchesi, a 40, 42 euro? Se lo chiede per primo Massimo Fossati, amministratore Delegato di Itb (Imprese turistiche barziesi) che gestisce l’impianto sciistico dei Piani di Bobbio dove, se le cose non dovessero cambiare, si prevede una bolletta da due milioni di euro per l’utilizzo dell’energia elettrica.

Costi che mettono in pericolo la sostenibilità di un comprensorio sciistico come quello lecchese e un po’ tutto il comparto lombardo. "A questo punto il problema è la sostenibilità - si sfoga Fossati dopo un confronto con l’assemblea -. Al momento il contratto per l’energia è bloccato fino a settembre, con l’ultima bolletta da 400mila euro. Ma rispetto al 2019 le proiezioni per la prossima stagione segnalano che partiremo con un aumento di cinque volte, minimo. Stiamo ragionando su una bolletta da due milioni di euro. Così un aumento del 20, 25% dei biglietti sarebbe inevitabile". Giornalieri che passerebbero quindi da 36 euro a 40, 42 euro. Per le famiglie già colpite dai rincari e dall’incremento del costo della vita, un lusso a cui si dovrà rinunciare.

"È la prima volta che ci confrontiamo con una situazione del genere e la cosa ci spaventa molto - continua Fossati -. Come imprenditori non possiamo contare su un futuro fatto di interventi da parte del Governo. Il 15 settembre ci sarà un’altra assemblea della nostra associazione, sarà un momento di confronto importante ma il rischio concreto è quello di essere costretti ad offrire un prodotto molto più costoso. Ma cosa succederà? La nostra utenza non dovrà fare i conti solo con il prezzo del giornaliero ma con il costo della vita".

Mancano ancora più di due mesi all’avvio della stagione e anche il clima è un’altra grande incognita. "Il periodo di siccità non ci aiuta di certo. Noi non consumiamo l’acqua, perchè la trasformiamo in neve ma le riserve sono scarse. Adesso c’è ancora disponibilità ma gli invasi di accumulo sono ormai vuoti".