Scampato per miracolo alla frana: per i danni mi aiuterà un avvocato

Introbio, il giovane che con lo zio è scampato alla morte nel furgoncino rimasto schiacciato dai mass non ha avuto alcun indennizzo per il mezzo distrutto. Ora ha deciso di rivolgersi a un legale

di Daniele De Salvo

Il furgoncino che gli serviva per rifornirsi di frutta e verdura è da rottamare e ha dovuto comprarsene uno nuovo per continuare a lavorare. A distanza di quasi un mese e mezzo dalla frana che lo ha distrutto non ha però ricevuto ancora un centesimo di risarcimento, anzi nemmeno una proposta di un possibile indennizzo. Si è per questo affidato ad un legale di fiducia Luciano Pensa, il fruttivendolo di 24 anni di Introbio che il 9 dicembre scorso è stato investito da una frana di 2mila metri cubi di macigni che gli sono piombati addosso mentre stava percorrendo la nuova Lecco–Ballabio a bordo del suo Citroen Berlingo.

Con lui, alla guida del mezzo, c’era suo zio 66enne Bernardo.

"Il furgoncino non era assicurato contro calamità naturali né simili imprevedibili dissesti, quindi non incasserò nulla dalla mia Compagnia assicurativa – spiega Luciano -. Al momento inoltre nessun funzionario di Anas mi ha ancora contattato per valutare possibili risarcimenti. Ho quindi messo in mano la questione ad un avvocato per valutare ciò che si può ottenere".

Probabilmente, per capire che piega potrà prendere la vicenda giudiziaria legata all’inchiesta aperta dalla Procura di Lecco e quella risarcitoria, ci vorrà parecchio tempo: pure quanti sono rimasti coinvolti nel crollo del cavalcavia di Annone Brianza sulla super Milano–Lecco del 28 ottobre 2016 hanno faticato parecchio per ricevere un indennizzo, sia i familiari del 68enne Claudio Bertini, unica vittima del disastro, sia gli altri automobilisti finiti sotto le macerie, ma miracolosamente sopravvissuti al disastro, proprio come sono miracolosamente sopravvissuti alla frana sul raccordo della Valsassina della Statale 36 Luciano e suo zio Bernardo.

Occorre pure valutare e stabilire prima eventuali responsabilità, per stabilire poi quindi chi dovrà pagare e quanto: sulla vicenda è stata tra l’altro avviata un’indagine per frana colposa, al momento a carico di ignoti. nipote ha accusato meglio il colpo, si è subito rimesso all’opera, senza perdere tempo, per ricominciare a condurre un’esistenza normale e dimenticare di aver visto la morte in faccia sotto le sembianze della montagna che gli è piombata addosso.

Zio Bernardo invece, sebbene fisicamente stia bene, fatica di più a scordare quello che gli è successo.

"Fa fatica ad addormentarsi, dorme poco, è certamente più provato di me", conferma Luciano. "L’importante comunque è che siamo entrambi vivi – sottolinea il 24enne -. I furgoni si ricomprano, la vita no".