Rogo di Malgrate, i sospetti sulle luci di Natale come possibile “innesco“ delle fiamme

Le condizioni di Piera Ceruti continuano a essere gravi. Il marito invece migliora

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I vigili del fuoco l’hanno trovata già esanime rannicchiata sul pavimento della cucina vicino una finestra. Probabilmente Piera Ceruti, 79 anni, quando si è accorta dell’inferno divampato la mattina dell’Epifania nel soggiorno del suo appartamento ai palazzoni di Malgrate ha cercato di raggiungere un varco per respirare aria fresca in attesa che qualcuno l’aiutasse. Ma le fiamme e soprattutto il fumo l’hanno raggiunta prima che riuscisse ad arrivarci e lei in un disperato tentativo di non inalare le esalazioni tossiche si è accucciata in basso a terra proteggendo la bocca e il naso con il suo stesso corpo prima di perdere conoscenza. Ora è ancora ricoverata in condizioni estremamente critiche all’ospedale Villa Scassi di Genova dove è stata sottoposta a terapia iperbarica e dove viene assistita per le gravi ustioni riportate. Il marito Giacomo, 75 anni, invece sembra stare meglio.

"I tecnici dei vigili del fuoco l’altro giorno hanno effettuato tutti i rilievi del caso per determinare la causa dell’incendio e il punto d’innesco da cui poi si è propagato - spiega il sindaco Flavio Polano -. Al momento si ipotizza o un cortocircuito o magari anche qualche candela lasciata accesa". Il sospetto numero uno resta però l’impianto d’illuminazione dell’albero di Natale con le classiche luci colorate a intermittenza che tra l’altro da lì a qualche ora sarebbero state disfatto per la fine delle feste. Il sospetto è che le luminarie domestiche non fossero a norma né certificate, come purtroppo capita in molte case senza che nessuno si renda conto del possibile rischio. Se effettivamente il rogo è stato scatenato dalle lucine di Natale potrebbero risponderne anche coloro che eventualmente le hanno vendute ai due proprietari. D.D.S.