Robbiate, l’eredità della madre al figlio che la uccise a colpi di martello

Non risultano altri discendenti diretti

Robbiate, la casa dell'omicidio

Robbiate, la casa dell'omicidio

Robbiate, 9 gennaio 2019 - Incasserà l’intera eredità della madre che ha ammazzato, come accaduto per Ferdinando Carretta, oppure a Pietro Maso. Tutti gli averi dell’89enne Luigia Mauri, l’anziana inferma assassinata nel sonno a martellate tra la notte e la mattina di Natale, andranno al suo unico erede, il figlio di 65 anni Marco Olginati, sebbene sia stato proprio lui, lo «strano» professore in pensione, ad ucciderla per poi tentare a sua volta di farla finita. Non risultano altri discendenti diretti, il parente più prossimo è un cugino di terzo grado che non può, né vuole, reclamare alcun diritto e che non intende neppure essere interpellato per occuparsi del funerale della vittima, perché né con lei né con il cugino alla lontana ha mai intrattenuto rapporti.

A quanto eventualmente ammontino i beni mobili e immobili a lei intestati non si sa, i vicini di casa e i pochi conoscenti assicurano tuttavia che l’ultranovantenne non non abbia mai manifestato problemi economici né la necessità di essere aiutata. Oltre agli eventuali contanti o risparmi, al figlio matricida andrà certamente la proprietà dell’appartamento al secondo piano del condominio di via Enrico Fermi civico 7 dove alloggiava e dove ha massacrato la mamma. Si tratta di un appartamento signorile e amplio, comperato nel 1995. Il fatto che il 65enne sia l’unico erede e quindi pure l’unica persona deputata a disporre del feretro della madre sta presumibilmente rendendo difficile pure organizzare le esequie del genitore. Spetta infatti solo a lui organizzare l’estremo saluto dell’89enne, la cui salma al momento risulta ancora sotto sequestro. Non essendo inoltre appunto un indigente risulta inoltre difficile che dall’Amministrazione comunale comincino ad accollarsi l’incombenza e le spese della sepoltura per poi magari rivalersi in un secondo momento. «Sono questioni delicate che tra l’altro non mi competono – spiega tuttavia l’avvocato difensore dell’omicida Luisa Bordeaux -. Il mio compito è assisterlo legalmente e difenderlo in tribunale»