Robbiate, uccide la madre a martellate e tenta il suicidio: il giallo del diario

Non ne poteva più della donna che continuava a sgridarlo come un bambino e a umiliarlo

I carabinieri intervenuti sul luogo del delitto

I carabinieri intervenuti sul luogo del delitto

Robbiate, 27 dicembre 2018 - Non ne poteva più della madre che continuava a sgridarlo come un bambino e a umiliarlo. Lo aveva confidato anche nei suoi diari e qualche volta lo aveva rivelato pure ai vicini. Eppure non sopportava nemmeno che subito dopo le feste li avrebbero divisi perché lei sarebbe stata ricoverata in una casa di riposo. Tra la notte e la mattina di Natale, al termine dell’ennesimo litigio, Marco Olginati, biologo ed ex professore delle medie in pensione di 65 anni ha così ammazzato nel suo letto la madre inferma, Luigia Mauri, 89 anni, spaccandole il cranio con almeno tre martellate in testa senza lasciarle possibilità di scampo. Poi, dopo essersi ubriacato, ha tentato di uccidersi pure lui, impiccandosi con una catena al calorifero della propria cameretta, all’interno dell’appartamento al secondo piano di un condominio di via Enrico Fermi al civico 7 di Robbiate, dove il 25 dicembre, poco prima dell’ora di pranzo, lo hanno trovato privo di sensi i soccorritori.

Adesso è ancora ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Lecco, ma ha ripreso conoscenza ed è fuori pericolo. È piantonato a vista, sia per impedirgli di provare un nuovo gesto estremo, sia perché è stato dichiarato in arresto in flagranza di reato con l’accusa di omicidio aggravato. Appena sarà in condizioni verrà interrogato da sostituto procuratore Andea Figoni, il pm incaricato del caso che martedì ha voluto compiere di persona un sopralluogo sulla scena del crimine insieme all’anatomopatologo Paolo Tricomi.

I carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Merate e del Reparto investigativo di Lecco, guidati dal vicecomandante provinciale dell’Arma il colonnello Claudio Arneodo, hanno setacciato palmo a palmo l’abitazione e i rilievi si sono protratti fino a sera prima di rimuovere la salma della vittima che verrà sottoposta ad autopsia e porre i sigilli la casa teatro del matricidio. La dinamica pare comunque chiara, è stata trovata e sequestrata pure l’arma del delitto, cioè il martello e anche sul possibile movente, ovvero i ripetuti litigi tra una madre opprimente e un figlio adulto fragile e dal carattere particolare, sussistono pochi dubbi. «Il figlio è in stato di arresto per omicidio – confermano gli investigatori -. Ha colpito con un corpo contundente al capo, presumibilmente un martello, la madre che ha ucciso. Ora è ricoverato in attesa di definire la prognosi». A lanciare l’allarme l’altro giorno è stata un’infermiera del servizio di assistenza domiciliare dell’Ast della Brianza che avrebbe dovuto medicare l’anziana donna ma nessuno le ha aperto la porta e per questo ha allertato i soccorritori.

I primi ad intervenire, seguiti dai sanitari del 118, sono stati i vigili del fuoco volontari del distaccamento di Merate che sono entrati nell’abitazione da una finestra, la stessa sotto cui si trova il termosifone a cui Marco Olginati si è legato con la catena per soffocarsi. Sono stati così subito allertati i militari che hanno rinvenuto l’anziana ormai morta da alcune ore.