Robbiate, uccide la madre a martellate: "Tragedia annunciata, litigavano molto"

Lo raccontano i vicini di casa di Marco Olginate: 2Era un tipo problematico"

Il condominio di via Fermi dove si è consumata il dramma

Il condominio di via Fermi dove si è consumata il dramma

Robbiate, 27 dicembre 2018 - «Una tragedia annunciata, lo sapevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa di brutto». Scuote il capo Antonio Proserpio, uno dei vicini di casa di Marco Olginati e Luigia Mauri. I due litigavano spesso, anzi sempre, a qualsiasi ora del giorno e della notte, li sentivano tutti i condomini della palazzina residenziale di via Enrico Fermi dove madre e figlio si erano trasferiti nel 1995. Succedeva anche quando il padre di lui e marito di lei era ancora vivo. «Ci siamo accorti che il professore aveva problemi già quando si è trasferito qui – aggiunge Yulienn Maxim Turra, un altro dirimpettaio -. Bestemmiava, gridava, probabilmente bisognava curarlo e aiutarlo...». Eppure nessuno in realtà avrebbe mai segnalato la situazione e non risulta che qualcuno si stesse occupando del caso, almeno non del 65enne, mentre la madre 89enne, era in carico, oltre che ai sanitari delle Cure domiciliari, anche alle assistenti sociali dell’Amministrazione comunale secondo cui sarebbe stato opportuno ricoverarla dopo il periodo natalizio in una casa di riposo.

Lauretao in biologia, non lavorava da parecchio, dopo aver prestato servizio alle medie di Olginate, prima come docente e poi in segreteria dove era stato trasferito per i suoi problemi. I residenti riferiscono che spesso d’estate girava seminudo nel cortile, oppure si rinchiudeva in garage a bordo delle sue due auto, una Ford e una vecchia Fiat 500, accendendone il motore e accelerando in folle. Nell’appartamento non ha mai lasciato entrare volentieri nessuno né del resto lui usciva spesso, se non per comperare da mangiare in una vicina rosticceria. Non risultano neppure parenti stretti, che inquirenti e investigatori stanno comunque provando a rintracciare per le pratiche burocratiche relative al funerale della vittima. Intanto il matricida al momento è difeso dall’avvocato d’ufficio Luisa Bordeaux, mentre sono stati sequestrati e acquisiti agli atti alcuni suoi diari personali e scritti in cui sostiene di essere stato maltrattato fin da piccolo dai genitori.