“Ricatto” all’outlet village per il museo, assolto l’ex sindaco Andreoli

Assolto "perché il fatto non sussiste". Si è concluso positivamente il processo per l’ex sindaco di Rodengo Saiano Giuseppe Andreoli, accusato di un presunto ricatto alla proprietà del Franciacorta outlet village, affinché continuasse a pagare l’affitto dello stabile del museo Musil, 175mila euro l’anno.

L’inchiesta, che aveva coinvolto anche il responsabile dell’ufficio tecnico Giuseppe Pedretti (condannato in separata sede), aveva preso le mosse dall’esposto di due assessori.

Il guaio maturò nel 2011 con le liberalizzazioni delle aperture domenicali e festive dei centri commerciali. Prima tali aperture erano concesse solo ai centri in prossimità di musei o punti di attrazione. La proprietà dell’outlet, dunque, per beneficiarne, sottoscrisse un accordo con il Comune in base al quale il privato si sarebbe fatto carico dell’affitto del Musil, ceduto in comodato d’uso al Comune. Dopo un decennio, non ravvisandone più la necessità, l’outlet smise di pagare. A quel punto Primavera srl, che aveva intascato i canoni, bussò al sindaco, il quale però non rinnovò il contratto.

Per la procura, che aveva chiesto una condanna di 4 anni, gli amministratori ricattarono l’outlet, minacciando di bloccare dei cantieri di ampliamento in corso. Dal canto suo il sindaco si è sempre professato innocente, ha negato di aver mai esercitato pressioni.

"Quel contratto fu sottoscritto solo dall’outlet e da Primavera srl – aveva chiarito l’avvocato Stefano Paloschi –. Quando andò a scadenza, l’outlet non inviò la disdetta. Il Comune, invece, che aveva sottoscritto solo quello relativo al comodato d‘uso del museo, lo fece. Ne derivò che quell’accordo si rinnovò in automatico. Quei canoni erano dovuti". Il giudice gli ha dato ragione.

Beatrice Raspa