Reddito di cittadinanza a oltre duemila lecchesi. Ma i navigatori sono senza bussola

Manca il software ai 12 navigator pagati per aiutare a trovare lavoro coloro che l'hanno. L'ennesima buona idea senza gambe di questo scalcinato Paese

Alla ricerca di un lavoro

Alla ricerca di un lavoro

 Lecco, 17 settembre 2020 - Una bella idea ma senza gambe, come spesso accade nel nostro scalcinato Paese sempre più abituato a vivere di slogan senza un minimo di programmazione di base. L’ennesima conferma arrriva nel giorno in cui dall’Inps giungono i dati relativi al reddito di cittadinanza introdotto nel nostro Paese. Secondo l’Osservatorio statistico dell’ente presieduto da Pasquale Tridico sono quasi un milione e mezzo (1.464.835 per l’esattezza) gli italiani che lo hanno ottenuto e di questi 2.302 sono lecchesi. A questi se ne aggiungono altri 315 le cui domande sono ancora in fase di lavorazione mentre quelle respinte risultano essere 1.633 (il 40% di quelle pervenute) mentre risultano 357 quelle nel frattempo decadute.

Peccato però che i navigator assunti con squilli di trombe e rulli di tambuti lo scorso febbraio non siano ancora stati dotati del software necessario per aiutare queste persone a trovare un lavoro. Roberto Panzeri, direttore dell’Ufficio provinciale del lavoro, se ne era lamentato già qualche mese fa ma la situazione non è mai cambiata. "Dobbiamo partire da quello che è l’obiettivo di fondo - spiega -, ovvero una politica attiva del lavoro: uscire quanto prima dalla logica del sussidio per favorire la ricerca di un’occupazione". Invece i dodici navigator assegnati alla provincia di Lecco - e pagati proprio per questo con i soldi dei contribuenti - non hanno ancora lo strumento operativo per lavorare. A questi navigator, insomma, manca davvero la bussola. "Manca il software che doveva essere elaborato da subito a cura di Anpal, società del ministero del lavoro da cui di fatto dipendono anche i navigator, che in questo caso sia chiaro non hanno alcuna colpa perché non sono messi nelle condizioni di lavorare".

Le buone intenzioni ci sarebbero anche, peccato che manchi sempre organizzazione e concretezza e così le migliori idee rischiano di trasformarsi in pericolosi boomerang. Anche perché da febbraio ciascuno dei tremila navigator assunti da Anpal percepisce uno stipendio 1600 euro al mese, un’altra delle tante spese improduttive del nostro Paese. E all’orizzonte il futuro non promette nulla di buono. "Siamo in un’attesa preoccupata - confessa Panzeri - ma di sicuro non possiamo andare avanti a sussidi, bisogna rilanciare l’economia che si sta lentamente riprendendo ma a luglio in Lombardia il fatturato del settore manifatturiero era ancora al -15,3% rispetto al 2019".