Lecco, senza biglietto sul bus: 20 minuti di caos ma i profughi sono assolti

Il biglietto doveva essere pagato dalla struttura che li ospitava

Il pullman di linea di Lecco

Il pullman di linea di Lecco

Lecco, 20 giugno 2018 - Quattro profughi salgono su un bus di linea a Lecco senza biglietto. Scoperti dai controllori, non presentano i documenti. Ma vengono assolti: non sono responsabili di interruzione di pubblico servizio. La sentenza pronunciata ieri dal giudice monocratico Nora Lisa Passoni fa giurisprudenza: ha assolto i quattro nigeriani con la formula «il fatto non costituisce reato». Il biglietto doveva essere pagato dalla struttura che li ospitava.

I fatti: la mattina del 14 novembre 2014 quattro nigeriani tra i 18 e i 22 anni, all’epoca richiedenti asilo politico e ospiti in due strutture di accoglienza a Galbiate e Lecco, salgono in periferia sul bus di linea diretto in centro. Non hanno il biglietto. A metà percorso due controllori avviano le verifiche e i richiedenti asilo sono nei guai, ma non riescono a farsi capire. Il bus viene bloccato con tanto di porte chiuse per le verifiche, i quattro non presentano i documenti e i controllori avvertono i carabinieri. Uno dei quattro contatta al telefonino il responsabile del centro di assistenza che cerca di chiarire al controllore. «C’è stato un malinteso – raccontò uno degli educatori della cooperativa l’Arcobaleno – noi forniamo un biglietto agli ospiti per potersi recare in città». Il bus della linea 1 di Lecco rimase fermo e con le porte chiuse per l’identificazione dei quattro nigeriani più di 20 minuti. Di qui la denuncia per interruzione di pubblico servizio.

Durante il processo sono emerse delle contraddizioni. I “portoghesi” non avevano documenti, ma sui verbali c’era il loro nome e cognome. L’avvocato Daniela Sacchi, difensore di uno dei profughi, ha sottolineato questo aspetto. L’interruzione di pubblico servizio si sarebbe potuta evitare facendo scendere i quattro profughi dal bus e proseguendo la corsa.