Lecco, "Il prof Gilardi non è prigioniero". Il caso sui banchi del Parlamento

Airuno, il vice della ministra Cartabia ha risposto a un’interrogazione del dem Fragomeli

Una delle tante manifestazioni che vennero organizzate per chiedere il ritorno a casa del

Una delle tante manifestazioni che vennero organizzate per chiedere il ritorno a casa del

Airuno, 13 novembre 2021 -  Non è ricoverato contro la sua volontà e non è trattato come un prigioniero il professor Carlo Gilardi, il 91enne di Airuno che da ormai 12 mesi si trova in una Casa di riposo di Lecco. Lo garantisce il sottosegretario alla Giustizia Paolo Sisto, rispondendo a Montecitorio ad un’interrogazione presentata dal dem Gian Mario Fragomeli. Il vice della ministra Marta Cartabia ha ripercorso nel dettaglio tutta la vicenda dell’anziano, che non intende più avere rapporti con molti parenti e molte persone che, invece, prima lo circondavano probabilmente per approfittarsene: alcuni sono stati denunciati e risultano indagati, uno, cioè il suo ex badante, è stato già condannato. È stato proprio il professor Gilardi per primo a chiedere ai carabinieri di "salvarlo" da chi continuava a pretendere, anzi ad estorcergli, denaro e regali, obbligandolo a dormire in una porcilaia per obbligarlo a rubare un timbro ad un giudice in tribunale per poter prelevare dal suo conto migliaia di euro. Per paura di ritorsioni quando non riusciva a procurarsi i soldi che gli venivano richiesti in una occasione ha minacciato pure il suicidio. " Non c’è stata alcuna costrizione della sua libertà e ha accettato il ricovero in via provvisoria – assicura il sottosegretario -. Riceve tutti i messaggi e le lettere che gli vengono trasmessi, può rispondere a chi vuole e come vuole. Ha, inoltre, incontrato di persona e in videochiamata il sindaco di Airuno, la vicesindaca e alcuni amici di vecchia data e ha telefonato ad alcune persone che hanno chiesto di poterlo salutare. Prova la “vergogna della pubblicità“, per questo ha negato incontri con esponenti politici e giornalisti". L’obiettivo è ovviamente che torni presto a casa, ma in un contesto protetto e rispettoso. "La questione non si chiude comunque qui – replica tuttavia Gian Mario Fragomeli -. Pur nel rispetto del suo comprensibile desiderio di riserbo manifestato a più riprese chiederò di poterlo incontrare secondo le prerogative parlamentari a me concesse".