Accusato di abusi su una bimba, processo al volontario da rifare: ricorso accolto

Speranze per Samuele Corbetta, il 33enne di Sirtori condananto a otto anni dalle aurorità del Guatemala di Daniele De Salvo

 Samuele Corbetta, il volontario brianzolo accusato di abusi sessuali su una bimba

Samuele Corbetta, il volontario brianzolo accusato di abusi sessuali su una bimba

Sirtori, 13 novembre 2014 - Tutto da rifare. Forse. I giudici della Corte di Cassazione guatemalteca hanno accolto il ricorso presentato dai legali dell’ambasciata tricolore che assistono Samuele Corbetta, il 33enne di Sirtori volontario dal 2005 in una missione di San Lucas in Guatemala che a luglio 2013 è stato condannato a otto anni di carcere perché ritenuto colpevole di aver abusato di una bimba delle elementari, alunna della scuola che lui stesso ha contribuito a costruire e dove prestava servizio.

Secondo i magistrati il processo che ha subito e che si è concluso con una sentenza di colpevolezza non sarebbe regolare, perché non gli sarebbe stato garantito il diritto alla difesa e non sarebbero nemmeno stati considerati diversi elementi a sua discolpa. Da qui la decisione di ricominciare da capo, comunicata solo nei giorni scorsi nonostante i togati si fossero riuniti per decidere sul caso già a maggio. Il pubblico ministero che aveva ottenuto la condanna tuttavia ha presentato a sua volta ricorso entro i termini stabiliti.

La parola adesso passa dunque ai togati della Corte suprema a cui spetta l’ultima parola. Purtroppo i tempi per un pronunciamento si prefigurano lunghi, occorrerà attendere sino alla prossima primavera. Nel Paese del Centro America è infatti periodo di rinnovo delle cariche istituzionali. Intanto il brianzolo, che si è sempre professato innocente, rimane in carcere, dove si trova ormai da un anno e mezzo. Oltre agli avvocati sono all’opera anche i diplomatici e i funzionari della Farnesina, che confidano di arrivare alla stipula di un trattato bilaterale per riportare comunque Samuele a casa, anche in caso di conferma della condanna per terminare di scontare la pena in patria, e con lui altri attivisti italiani che stanno affrontando la medesima situazione. Il continuo cambio di ministri degli Esteri tuttavia non aiuta a velocizzare le pratiche, ad ogni avvicendamento bisogna ritessere le fila delle relazioni internazionali. Mobilitate in favore di Samule anche le associazioni di volontariato.