La Brianza operosa ha il 30% di poveri in più

Genitori che hanno perso il lavoro da un giorno all’altro si rivolgono alla Caritas parrocchiale di Merate

La crisi si fa sentire anche in Brianza

La crisi si fa sentire anche in Brianza

Merate (Lecco), 24 gennaio 2021 - La crisi , la pandemia e lockdown non mancano di colpire anche la Brianza operosa e sempre più persone anche qui si ritrovano a fare i conti con una situazione di degenza che solo fino a poco tempo fa nemmeno potevano immaginare. I nuovi poveri infatti aumentano, anche a Merate, capoluogo di quella che era la ricca Brianza lecchese, dove la disoccupazione un tempo non esisteva e nessuno sarebbe mai morto di fame. Invece adesso oltre al lavoro a molti manca letteralmente anche il cibo da mettere in tavola. Lo testimoniano i venti volontari della Caritas parrocchiale di Merate, Novate e Pagnano: "Sosteniamo una quarantina di famiglie per 150 persone in tutto con generi alimentari e di prima necessità e buoni spesa – conferma il coordinatore Angelo Corengia –. Sono il 30% in più rispetto al passato, italiani e stranieri in ugual misura. Per fronteggiare la situazione abbiamo aumentato il quantitativo di beni che consegniamo loro settimanalmente".

Si tratta di padri e madri di famiglia che non hanno più un lavoro e quindi uno stipendio. "Diversi erano già precari prima, quindi neppure hanno i requisiti per gli ammortizzatori sociali, mentre altri hanno ormai prosciugato tutti i risparmi", spiega il coordinatore della Caritas cittadina a cui si sono rivolti ad esempio alcuni giostrai arrivati da Agrate per chiedere una mano dopo lo stop agli eventi pubblici, oppure un imbianchino a partita Iva con moglie e bimbi a carico con il braccio fratturato che non poteva godere dell’infortunio e neppure rimettersi all’opera una volta guarito per mancanza di clienti.«Abbiamo riscontrato molta solidarietà da alcune realtà come Esselunga, Coop e Conad ma anche dei commercianti che pure se la passano male", aggiunge Corengia. Solo in avvento fuori dalle chiese sono stati raccolti una tonnellata di pasta, tre quintali di riso, uno e mezzo di zucchero, cinquanta chili di farina e migliaia di confezioni di cibo, più tante offerte per acquistare buoni spesa da distribuire. «Abbiamo compreso – conclude il referente della Caritas - che siamo "Fratelli tutti", come indicato da papa Francesco nella sua ultima enciclica".