Lecco, più posti di lavoro ma vince la precarietà

Cresce il numero dei contratti ma si tratta di part-time. Gli indeterminati calano -11,5% a Lecco, -12,2% a Como

Giovani lariani in cerca di lavoro che su entrambi i rami del lago sta seguendo le medesim

Giovani lariani in cerca di lavoro che su entrambi i rami del lago sta seguendo le medesim

Lecco, 18 febbnraio 2020 - Più lavoro, ma precario e pagato poco sul lago. Nel 2019 in provincia di Lecco le cessazioni di contratti sono state 34.851, rispetto ai 35.222 avviamenti: significa un saldo positivo di 371 posti (+1,1%). In provincia di Como i nuovi contratti sono stati 69.185, 2.301 (+3,3%) in più delle 66.884 cessazioni. Il contributo maggiore al saldo positivo a Como deriva dall’aumento dei part-time ( 21.826), in crescita rispetto ai 21.516 del 2018. Sono inoltre diminuiti gli avviamenti a tempo pieno: 24.855 nel Lecchese, 1.961 in meno rispetto ai 26.816 del 2018 e 47.359, cioè 655 in meno in confronto alle cifre dei dodici mesi prima. "Un elemento che desta preoccupazione è il anche saldo negativo tra avviamenti e cessazioni nei rapporti di lavoro a tempo indeterminato", avverte il segretario della Uil del Lario Salvatore Monteduro.

A Como sono state perse 2.2511 unità e a Lecco 1.093, con una diminuzione rispettivamente del 12,2% e dell’11,5% in meno di contratti a tempo indeterminato". Di contro sono aumentati i contratti a tempo determinato, quelli interinali, a progetto e di apprendistato. Il saldo tra avviamenti e cessazioni nell’industria è diminuito su entrambe le sponde, mentre nel comparto delle costruzioni frena soprattutto nel Comasco. Le assunzioni sono state sostenute, sia su un ramo che sull’altro, soprattutto dal commercio con 22.69 avviamenti sul versante di Lecco, +2,4% rispetto al 2018, e 53.300 (+44,4%) in più su quello di Como. "Nel 2019 abbiamo certamente registrato un saldo positivo tra avviamenti e cessazioni ma la crescita occupazionale, nei nostri territori, è essenzialmente part time e a tempo determinato. Ancora una volta si evidenzia come il contratto part time sia quello maggiormente prediletto dagli imprenditori per le assunzioni delle donne per le quali spesso è un obbligo e non una scelta".