Favori illeciti, poliziotto indagato a Lecco

Avrebbe falsificato permessi e altre pratiche in cambio di soldi

L’agente della Mobile è anche al centro di un procedimento disciplinare interno

L’agente della Mobile è anche al centro di un procedimento disciplinare interno

Lecco, 22 settembre 2018 Un agente della Mobile di Lecco è finito sotto inchiesta per il sospetto che abbia intascato bustarelle in cambio di favori e informazioni riservate, ma anche per aver falsificato e taroccato atti pubblici, permessi di soggiorno compresi. All’inizio della settimana gli è stato notificato un avviso di garanzia, oltre all’ordine di sgomberare la sua scrivania e di cambiare ufficio. A inguaiare il poliziotto sarebbe stato un anonimo che avrebbe inviato almeno un paio di dettagliate lettere, prima in questura a Lecco, poi direttamente ai funzionari del Viminale, denunciando le sue “frequentazioni pericolose” con pregiudicati e soggetti ritenuti vicini agli ambienti della criminalità organizzata.

Nelle missive sarebbero state fornite anche le prove del comportamento non propriamente lecito dell’uomo dello Stato che a quanto pare sarebbe passato dall’altra parte della barricata perché costantemente a caccia di soldi per pagare i suoi debiti. Agli atti risultano depositati ad esempio certificati manomessi, permessi di soggiorno “tarocchi” e verbali di ispezione a casa di cittadini stranieri rilasciati a orari improbabili, al di fuori dei normali e regolari turni di servizio e perfino mentre si trovava in ferie, con una solerzia quanto meno sospetta. Diversi migranti legati a personaggi poco raccomandabili grazie a lui avrebbero così ottenuto il permesso di rimanere in provincia di Lecco pur non avendone i requisiti. La situazione poco chiara a quanto sembra si trascinava da parecchio tempo, senza che i suoi precedenti diretti superiori – che nel frattempo sono stati tutti sostituiti – si siano mai accorti o abbiano mai voluto accorgersi di nulla, tanto che sarebbe stata necessaria appunto una soffiata anonima ai piani alti per far scattare gli accertamenti.

Contestualmente all’inchiesta giudiziaria da parte dei magistrati della Procura della Repubblica è stato avviato anche un procedimento disciplinare interno. Il compito degli accertamenti, come di prassi in questo casi, è stato affidato al commissario Domenico Nera, comandante della Digos, la Divisione investigazioni generali e operazioni speciali, che avrebbe già sentito diversi colleghi del poliziotto infedele. Gli interrogatori risulta si siano svolti di sera e pure di notte, per evitare sguardi indiscreti. Dalla Questura al momento preferiscono non rilasciare dichiarazioni.