Paderno d'Adda, ponte chiuso. La denuncia: "Quei bus sono fuorilegge"

A dirlo è un imprenditore di Merate. Nel mirino i pullman che fanno la spola tra le stazioni

Il ponte San Michele di Paderno chiuso

Il ponte San Michele di Paderno chiuso

Paderno d'Adda (Lecco), 22 settembre 2018 - Bus navetta fuorilegge. Sono troppo vecchi e non potrebbero nemmeno circolare alcuni dei pullman utilizzati per accompagnare pendolari e viaggiatori avanti e indietro tra le stazioni di Paderno d’Adda e Calusco al posto dei treni, in seguito alla chiusura di venerdì scorso del ponte San Michele e alla conseguente interruzione della linea ferroviaria Milano–Bergamo via Carnate.

La normativa e le circolari regionali sono chiare: dal 1° agosto 2018 - come comunicato per iscritto dai funzionari dell’Amministrazione provinciale a tutti i titolari delle società di autotrasporti – gli autobus immatricolati prima del 1997 devono restare in rimessa, perchè ritenuti troppo inquinanti e soprattutto pericolosi. Peccato però che alcuni di quelli che stanno calcando le strade brianzole e dell’Isola bergamasca tra Paderno e Calusco siano stati immatricolati prima di quell’anno e che almeno un paio di mezzi non siano nemmeno più in produzione dal 1992. Lo denuncia a nome di molti colleghi un imprenditore di Merate, socio di una nota impresa di trasporto e autonoleggio della zona. «In caso di eventuali incidenti potrebbero esserci problemi nei risarcimenti e negli indennizzi ai passeggeri perché le assicurazioni potrebbero non riconoscerli a causa del mancato rispetto delle leggi in materia di circolazione stradale», avverte. «Non riesco proprio a capacitarmi come i responsabili di Trenord, che è una società pubblica, possano tollerare una situazione simile, che espone a dei rischi i i propri clienti», prosegue il noleggiatore di autobus, che è anche un autista a sua volta e che punta il dito contro i soliti furbi che danneggiano l’intera categoria. «Io sono costretto a sostituire tutti i miei autobus immatricolati prima del 1997 e con me tutti i miei colleghi – spiega -. Si tratta di investimenti importanti, da 100mila euro e passa a pullman».

«Non trovo giusto che si permetta a persone senza scrupoli di utilizzare bus non in regola pagati tra l’altro con i soldi non solo dei viaggiatori ma i di tutti i contribuenti lombardi». «I pullman non sono nostri, per i servizi di bus navetta in caso di necessità e imprevisti ci affidiamo a imprese del territorio – precisano tuttavia da Trenord -. La responsabilità sulla sicurezza dei mezzi utilizzati e del rispetto delle diverse normative non dipende quindi da noi, ma dai titolari delle varie società a cui ci affidiamo e a cui paghiamo il servizio richiesto».