Orologi, auto di lusso e ville Confiscati 8,5 milioni di euro

La conferma della Cassazione per la maxi-evasione che ha visto protagonista il consulente finanziario

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Due anni fa per l’ennesima volta era finito in carcere perché ritenuto al vertice di “Evasione continua“, l’inchiesta che aveva stanato un’associazione finalizzata alla frode fiscale e al riciclaggio autrice di mezzo miliardo di fatture false e 80 milioni di guadagni illeciti. Ora le fortune di Sergio Monteleone, 60enne consulente finanziario di Brescia residente a Londra, sono state incamerate dallo Stato. La Cassazione ha infatti confermato la confisca di un patrimonio di oltre otto milioni e mezzo scattata in seguito all’emissione di una misura di prevenzione patrimoniale. Vecchia conoscenza della Guardia di Finanza, in specie del Gico, e delle aule di giustizia - ancora ai domiciliari, Monteleone per Evasione continua è stato condannato a 8 anni in primo grado, e qualcosa in meno in appello - stando agli accertamenti degli investigatori convalidati da tutti i giudici in ogni grado dichiarava al Fisco un reddito annuale medio di poco più di 22mila euro a fronte di un tenore di vita mascoscopicamente sproporzionato. Viaggi costosi, auto e orologi di lusso, ville hollywodiane e fondi all’estero erano il suo pane quotidiano, tanto da indurre il Tribunale a riconoscerlo come soggetto socialmente pericoloso sotto il profilo economico. Di qui la disposizione nel maggio 2020 di un maxi-sequestro, poi tramutato in confisca. Coinvolto in varie inchieste per associazione a delinquere, frodi, riciclaggio, omessa dichiarazione, distruzione di documenti contabili, indebite compensazioni, Monteleone in passato si era visto sequestrare oltre 4,5 milioni di euro, ai quali nei mesi successivi si sono poi aggiunti una faraonica villa in città, al Santellone, su un’area di 1.200 metri quadri per un valore di altri 4 milioni con una cinquantina di stanze, 100 metri quadri di garage, un chilometro quadrato di parco, piscina, area benessere con spa, palestra e persino il cinema. Senza contare gli arredi, gli orologi, le opere d’arte cinquecentesche e disponibilità finanziarie varie per altri 2 milioni e mezzo di euro. Un tesoro passato di mano, a beneficio della collettività.