Omicidio Torre de' Busi, perizia psichiatrica su Roberto Guzzetti

L'esame sul presunto assassino di Maria Adeodata Losa. L'omicidio di Sogno rischia di riservare ancora molti misteri

Roberto Guzzetti nel giorno della convalida

Roberto Guzzetti nel giorno della convalida

Lecco, 18 settembre 2016 - Sarà sottoposto a perizia psichiatria Roberto Guzzetti, il 59enne di Lecco arrestato a luglio per il delitto di Sogno di Torre de’ Busi, dove l’87enne Maria Adeodata Losa a giugno è stata trovata uccisa a coltellate nel proprio appartamento. Su richiesta del sostituto procuratore Paolo Del Grosso incaricato del caso, il giudice delle indagini preliminari Paolo Salvatore ha accolto la richiesta di un incidente probatorio, che si svolgerà giovedì, per valutare la sanità e la stabilità mentale dell’uomo accusato del brutale, e al momento incomprensibile, assassinio e quindi stabilire se sia capace di intendere e volere o almeno lo fosse nel momento in cui secondo gli inquirenti e investigatori si sarebbe scagliato contro la pensionata, vicina di casa dei suoi genitori.

Nel caso contrario non potrà essere ritenuto colpevole né condannato. Il Gip ha scelto come consulente d’ufficio la nota professionista milanese Mara Bertini che si è già occupata di casi importanti in provincia, come quello di Lucia Cavalli che nel settembre 2008 ha sferrato pugnalate letali al suo compagno Salvatore Caliri, sempre a Torre de’ Busi, oppure, ultimo in ordine di tempo, di Aicha, la mamma di Abbadia che nell’ottobre 2013 ha ammazzato con una forbiciata il proprio figlio di appena tre anni. In entrambe le vicende l’esperta si è pronunciata per l’infermità mentale degli imputati. Sia il pm sia gli avvocatidel presunto killer, Marilena e Patrizia Gugliemana, nomineranno comunque periti di parte. Quanto successo in quell’abitazione della Valle San Martino al momento resta comunque un mistero.

«Il nostro assistito è una persona tranquilla sebbene eccentrica – spiegano le legali dell’uomo, in carcere al Sanquirico di Monza -. Non è stato mai chiarito l’eventuale movente e lui nega di aver assalito la pensionata. Ha semmai ammesso di essersi trovato a casa della signora al momento dell’uccisione». Una dichiarazione che lascerebbe intendere che il colpevole potrebbe essere un altro, chi però non lo ha mai rivelato. Le due difensore attendono tuttavia di poter esaminare tutti gli atti di inchiesta per esprimersi. Ma che non tutti i pezzi del puzzle ricostruito dai carabinieri potrebbero combaciare lo si desume anche dal fatto che la vittima, che prima di ritirarsi lassù con la sorella inferma lavorava come donna di compagnia presso facoltosi milanesi, non riposa ancora in pace, il suo corpo non è stato restituito ai familiari per il funerale e la salma resta sotto sequestro.