Olgiate Molgora, il monte Genesio sotto osservazione

Esercitazione nelle gallerie invase dall’acqua

INDAGINI Speleosub nelle gallerie  Pelucchi sotto il monte Genesio  che a inizio  del secolo scorso erano utilizzate come miniera della marna migliore  al mondo  Ora sono abbandonate (Cardini)

INDAGINI Speleosub nelle gallerie Pelucchi sotto il monte Genesio che a inizio del secolo scorso erano utilizzate come miniera della marna migliore al mondo Ora sono abbandonate (Cardini)

Lecco, 17 luglio 2018 - Una montagna d'acqua incombe su Olgiate Molgora, milioni e milioni di litri rinchiusi in una sorta di labirinto sotterraneo nel ventre del San Genesio. È il complesso sistema delle gallerie Pelucchi, a inizio del secolo scorso utilizzare come miniera della marna migliore al mondo e adesso in stato di totale abbandono e soprattutto completamente allagate.

Pericoli imminenti sembra non sussistano, ma in caso di terremoto o di cataclismi se pur remoti e improbabili, l’immensa riserva idrica si riverserebbe su San Zeno, un diluvio che spazzerebbe via la frazioni e quanti lì abitano e lavorano, come avvenne per Longarone travolta nel 1963 dal disastro del Vajont, probabilmente anche peggio. Per questo nell’ultimo fine settimana i volontari della Croce Rossa delle delegazione di Merate, che hanno sede però in paese, hanno organizzato una maxi esercitazione, a cui hanno partecipato crocerossini provenienti da mezza Lombardia, i sanitari del 118, i vigili del fuoco, gli operatori della Protezione civile e i carabinieri dell’Associazione nazionale carabinieri, che hanno simulato un’inondazione apocalittica in notturna. «L’eventualità di un cedimento del Monte di Brianza al momento non si pone – spiega il sindaco Giovanni Bernocco, da sempre attento e anche affascinato dalle gallerie Pelucchi -. Una forte scossa sismica potrebbe però effettivamente scatenare un’alluvione immane. È una realtà di cui dobbiamo tenere conto, certamente senza inutili allarmismi, che tuttavia merita attenzione».

Se un tempo l’acqua veniva utilizzata per approvvigionare la rete idrica tenendone il livello sotto controllo, oggi la portata si mantiene regolare solo tramite alcuni sfiatatoi naturali. Le miniere e le gallerie vennero scavate a partire dal 1906. Sono composte da cinque livelli sovrapposti, di cui quattro costantemente sommersi. Lo scavo si estende per 80 metri d’altezza. La fabbrica di marna è rimasta in funzione fino al 3 giugno 1967, poi venne chiusa in seguito ad un incendio in cui morirono sei operai.