Nuova fabbrica nel prato del Barech, le ragioni del sì

L’industriale Mauro Combi ha detto chiaramente che l’area verde serve per non delocalizzare

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Una nuova fabbrica al posto del pascolo e operai invece della capre che brucano. Che la nuova fabbrica nel prato del del Barech lungo la strada che da Ballabio sale a Morterone s’ha da fare, pena la delocalizzazione, lo ha lasciato intendere chiaramente Mauro Combi, uno dei vertici della storica impresa di infissi "Combi Arialdo", che hanno chiesto di ampliare l’attività con un nuovo stabilimento su un’area attualmente verde, scatenando una faida tra le fila della maggioranza consiliare. "Chiediamo l’opportunità di investire nel territorio in cui siamo cresciuti – ha spiegato l’altra sera, intervenendo ad una conferenza stampa convocata dal sindaco Giovanni Bruno Bussola -. È un’opportunità che diamo ai nostri collaboratori, per la maggior parte valsassinesi. Vogliamo fare imprenditoria e creare posti di lavoro. Offriamo lavoro a circa 60 dipendenti, di cui almeno un terzo residenti Ballabio e l’80% valsassinesi. La delocalizzazione non è una minaccia, e una opportunità, una scelta obbligata per un imprenditore che non può svolgere la propria attività nel suo territorio". Dalla riuscita o meno dell’operazione non dipende però solo il futuro di un’azienda, ma anche della Giunta. Proprio per questo accanto al sindaco si sono schierati la senatrice leghista Antonella Faggi, il consigliere regionale della Lega Mauro Piazza e i vertici provinciali del centrodestra per tenere a bada la "dissidente" vicesindaca Alessandra Consonni. D.D.S