Nostra Famiglia, aria tesa "Vogliamo il rinnovo"

Gli operatori della sanità privata chiedono che venga rispettata la pre-intesa. E mentre si invoca il ministro Speranza i sindacati scelgono la linea dura

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Sciopero nazionale dei lavoratori della sanità privata, a causa della mancata sottoscrizione definitiva della pre-intesa raggiunta il 10 giugno scorso sul rinnovo contrattuale. Per questo Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno proclamato la mobilitazione per tutta la giornata di ieri. Nel Lecchese il presidio più importante è stato organizzato fuori dai cancelli dell’istituto La Nostra Famiglia di Bosisio Parini, dove tra l’altro la dirigenza sta cercando unilateralmente di cambiare il contratto a lavoratrici e lavoratori, applicandone un altro peggiorativo. "Siamo qui per dire che vogliamo il nuovo contratto della sanità privata dopo 14 anni di attesa", afferma Catello Tramparulo (Fp Cgil)".

"Chiediamo l’intervento del ministro della Sanità Roberto Speranza e delle Regioni che si sono impegnate a garantirne la firma. Andiamo avanti con la protesta, non ci fermiamo oggi, qui a Bosisio Parini continueremo almeno fino al 31 dicembre con un presidio permanente. Qualche mese fa i lavoratori venivano chiamati eroi, mentre ora ci si dimentica di loro". Presente alla mobilitazione anche il segretario generale della Cgil Lecco. "Qui le lavoratrici e i lavoratori sono in presidio da tempo e la stanchezza può farsi sentire, ma serve resistere un minuto in più rispetto ai vertici dell’associazione – afferma , Diego Riva. –. Non si rivendica solo il giusto diritto di vedere rinnovato il contratto nazionale dopo troppi anni, ma siamo entrati in un meccanismo generale più complesso, c’è l’interesse di provare a smantellare tutti i contratti nazionali. Chi è impiegato nell’ambito sanitario, oltre a mettere a disposizione la propria professionalità ha fatto anche una scelta di vita e pertanto devono essere garantiti i diritti, il rispetto e la dignità". Franca Bodega (Cisl Fp) sottolinea che "la cosa più vergognosa è che non ci siano delle regole che possano imporre a questi datori di lavoro di non trattare così i dipendenti. Non è possibile disattendere così una pre-intesa".

Red.Cro.