Multe in Ztl: il Comune di Lecco è sconfitto

I giudici accolgono il ricorso di alcuni residenti non informati della revoca dei pass per il centro

L'ingresso della Ztl in via Cairoli

L'ingresso della Ztl in via Cairoli

Lecco, 26 febbraio 2019 - Il Comune di Lecco è stato condannato a revocare una trentina di multe ricevute da due residenti per altrettanti accessi non consentiti nella zona a traffico limitato. Ammontare complessivo delle sanzioni circa tremila euro. In due differenti procedimenti presentati (per sè e per un cliente) dall’avvocato Gianmarco Beccalli i giudici di pace, Nicoletta Cossio e Guido Alberto Bagalà, hanno accolto i ricorsi condannando palazzo Bovara anche al pagamento delle spese processuali.

«Nel dispositivo i giudici - spiega l’avvocato Beccalli - hanno di fatto stabilito che il Comune di Lecco, pur possedendo i nostri riferimenti, non ci abbia avvisato. O meglio, non ha fornito la prova dell’avvenuta comunicazione della revoca del pass». L’anomalia sta nel fatto che Beccalli possiede (dal 2006) un pass per poter raggiungere il suo garage che si trova all’interno della Ztl. «Tutto è sempre filato via liscio: il pass scadeva a fine anno e poi si rinnovava automaticamente». Fino al 1° gennaio 2018 «quando il Comune ha deciso di fare un po’ di pulizia perché c’erano troppe licenze, magari per persone che in centro non ci abitavano nemmeno più o addirittura erano decedute». Il Comune allora decide di revocare i pass avvisando - così dice - tutti i possessori della decadenza dei tagliandi prima fissata per il 30 aprile e poi posticipata al 2 maggio scorso. L’avvocato Beccalli però non riceve alcuna comunicazione e così, ignaro delle novità, entra e esce dal suo garage come ha sempre fatto.

Fino alla telefonata di palazzo Bovara del 22 maggio scorso quando ormai però aveva già accumulato dodici multe. Beccalli prova ad andare a spiegare la questione al comandante dei vigili urbani «spiegandogli che noi non avevamo alcun vantaggio economico nell’utilizzare quel pass scaduto ma ci è stato detto che la Corte dei conti avrebbe impugnato la cancellazione di quelle multe». Storture di un sistema che “obbliga” il cittadino a fare ricorso e ora palazzo Bovara dovrà pagarsi anche le spese processuali. In attesa di un nuovo ricorso in Appello, di nuove scartoffie e altri costi.