Montevecchia, il giallo di Marco: ucciso e trascinato sulla spiaggia

Il 34enne trovato privo di vita su un lido del Paranà sarebbe stato portato in una buca solo dopo la sua morte

Gli agenti della Polizia civil do Paranà e Marco Bonanomi

Gli agenti della Polizia civil do Paranà e Marco Bonanomi

Montevecchia, 25 febbraio 2022 - Marco non è morto dove è stato trovato. E Marco probabilmente è stato ucciso. Marco Bonanomi, il 34enne di Montevecchia che tre settimane fa è stato rinvenuto privo di vita su una spiaggia in Brasile, è stato trascinato nella sorta di buca naturale nella sabbia dove è stato rinvenuto, solamente dopo la sua morte. Probabilmente il suo corpo è stato scaricato lì a fine gennaio, tra i 5 e i 10 giorni prima del ritrovamento. Il sospetto è quindi che sia stato prima ucciso e che qualcuno si sia disfatto del suo cadavere. Da chi sia stato eventualmente ucciso, come, dove e di preciso quando non si sa.

Lo vogliono scoprire gli agenti della Polizia civil do Paranà che hanno avviato un’indagine a quanto risulta per omicidio. Al momento sembra non dispongano di molti elementi utili e cercano possibili testimoni. "Contiamo sui cittadini con informazioni che ci possano aiutare – spiegano gli investigatori con un comunicato ufficiale -. Le segnalazioni possono essere effettuate anche in forma anonima". Il cadavere di Marco è stato trovato in mezzo alla vegetazione di Praia Balneário Grajaúa Pontal do Paranà, cittadina di circa 20mila abitanti della regione di Curitiba, parte meridionale dello Stato carioca a Sud del Paese. Lo ha trovato un dipendente di una società pubblica di servizi igienici e bonifica che ne ha avvertito il forte odore di putrefazione. I resti di Marco, che non aveva documenti né il portafogli e nemmeno soldi nelle tasche dei bermuda che indossava, risultavano irriconoscibili.

"Sospettiamo che il corpo sia quello di Marco Bonanomi, 34 anni, sebbene non sia stato possibile effettuare l’identificazione tramite le impronte digitali", confermano dalla Polizia civile. E’ stata la sua compagna, per la quale tre giorni prima di Natale aveva lasciato l’Italia e che avrebbe anche sposato, a riconoscerlo: "Una donna – proseguono i poliziotti - ha identificato il corpo come quello del marito". Lo ha riconosciuto dal disegno di un mezzo volto tatuato sulla schiena di Marco e da una collanina artigianale che portava al collo. Per ulteriore conferma verrà comunque seguito lo stesso il test del dna. Probabilmente il dna, estrapolato da alcuni campioni prelevati durante l’autopsia (di cui si attendono anche le risultanze) svolta all’Istituto di medicina lega di Paraguanà, verrà confrontato con quello dei genitori che verranno sottoposti all’esame in Italia. "Verrà effettuato un test del dna per confrontarlo con il riconoscimento da parte dalla moglie – spiegano gli inquirenti -. Intanto continuiamo a indagare sul caso e attendiamo il rapporto dell’autopsia".